Quando esce dalla sua bolla, il mondo dell’arte e dello spettacolo può diventare uno strumento di comunicazione e di solidarietà. «In questi mesi siamo tutti testimoni di una catastrofe che è umana e umanitaria, politica, etica e culturale, e di fronte a cui S’ALA non è voluta rimanere silente. Insieme ad altri artisti e artiste abbiamo firmato e diffuso una lettera aperta dal titolo Italian Arts United For Palestine. Quest’anno abbiamo deciso che se c’era qualcuno, o qualcosa da premiare, erano quei progetti che proprio in questo momento si occupano di lavoro artistico ed empatico – come vuole il titolo del premio S’Empatia – in Palestina». Con queste parole, il direttore artistico Moreno Solinas e il team S’ALA, con evidente emozione, hanno proclamato il progetto Palestine Humanitarian Response Campaign (PHRC) vincitore della seconda edizione del Premio S’Empatia, intitolato alla memoria dell’imprenditore sassarese Carlo Solinas.
Fondato dall’attivista palestinese residente all’Aia Awni Farhat insieme a un gruppo di volontari e volontarie subito dopo l’invasione israeliana della Striscia di Gaza, il Palestine Humanitarian Response Campaign, oltre a portare nella Striscia rifornimenti di medicinali e di abiti caldi, ha creato alle porte del campo profughi di Rafah il Villaggio dei Bambini, in cui i più piccoli vengono aiutati ad affrontare e superare, attraverso il gioco, lo storytelling, la creatività e la socializzazione il trauma cui sono quotidianamente esposti.
La premiazione si è svolta sabato a S’ALA – Spazio per artist nel corso di una vivace e partecipata serata, caratterizzata da un dress code a tema S’INDRIA/SINDRIA/ANGURIA/ WATERMELON: «Un riferimento al simbolo di resistenza palestinese, nato da un episodio legato alla censura israelina nei confronti di artisti e artiste palestinesi sull’utilizzo dei colori della loro bandiera», spiega il team S’Ala. La serata ha avuto il suo apice con il dj set di Noi/Amedeo Inglese e il vj e designer grafico Corrado Podda.