«Sospendiamo momentaneamente l’attività politica all’interno del Psd’Az.»
Lo hanno comunicato Piero Maieli e Gianni Chessa a seguito dei lavori congressuali del partito.
«Sin dall’inizio dei lavori congressuali di ieri – proseguono – abbiamo mostrato numerose perplessità circa la riconferma della classe dirigente del partito. Classe dirigente cieca, poco democratica e priva di responsabilità politica.»
«Sin dall’inizio dei lavori congressuali di ieri – proseguono – abbiamo mostrato numerose perplessità circa la riconferma della classe dirigente del partito. Classe dirigente cieca, poco democratica e priva di responsabilità politica.»
«Nella giornata odierna – rincarano la dose Gianni Chessa e Piero Maieli – abbiamo assistito ad un congresso che lascia l’amaro in bocca, composto da una classe dirigente che, non ha fatto tesoro dalla recente sconfitta elettorale, non ha preso coscienza dell’attuale contesto politico, che non si è domandato il perché molti dei suoi tesserati, uomini validi e competenti hanno lasciato il partito, classe dirigente che rifiuta il confronto, il rinnovamento; una classe dirigente priva del senso di democrazia, responsabilità politica, morale e intellettuale.»
I due parlano di «un partito, in balia della cosiddetta “vecchia guardia”, che rifiuta il confronto e il rinnovamento, che vuole distruggere e non costruire. Siamo certi di rappresentare una parte fondamentale dei sardisti che, anche grazie al personale risultato ottenuto alle recenti elezioni, vuole ed ha cercato durante tutti i lavori congressuali, di proporre une tesi alternativa alla continuità, alternativa a quella di chi ha perso confronti elettorali e credibilità».
«Il malcontento e il dissenso che noi oggi esprimiamo, non è il dissenso di pochi – concludono -. Siamo certi che in un futuro, non molto lontano, anche altri sardisti, ispirati dal nostro stesso senso del dovere politico, prenderanno coscienza che il Psd’Az è un partito che deve essere rinnovato e ci seguiranno, per far capire, prima di tutto ai sardi che, noi non abbiamo mai agito e mai lo faremo, per ottenere e spartire prebende.»
Antonio Caria
I due parlano di «un partito, in balia della cosiddetta “vecchia guardia”, che rifiuta il confronto e il rinnovamento, che vuole distruggere e non costruire. Siamo certi di rappresentare una parte fondamentale dei sardisti che, anche grazie al personale risultato ottenuto alle recenti elezioni, vuole ed ha cercato durante tutti i lavori congressuali, di proporre une tesi alternativa alla continuità, alternativa a quella di chi ha perso confronti elettorali e credibilità».
«Il malcontento e il dissenso che noi oggi esprimiamo, non è il dissenso di pochi – concludono -. Siamo certi che in un futuro, non molto lontano, anche altri sardisti, ispirati dal nostro stesso senso del dovere politico, prenderanno coscienza che il Psd’Az è un partito che deve essere rinnovato e ci seguiranno, per far capire, prima di tutto ai sardi che, noi non abbiamo mai agito e mai lo faremo, per ottenere e spartire prebende.»
Antonio Caria