Il 7 maggio 1945 alle 15.07 Radio Sardegna Libera annuncia, per prima al mondo, che “… la guerra è finita, l’Italia è liberata”. A cento anni dall’avvio delle trasmissioni radiofoniche in Italia (6 ottobre 1924), anche in un’epoca di continua evoluzione mediatica, la radio mantiene il suo ruolo in ogni comunità come fonte accessibile di informazione, di musica, spettacolo, cultura e altri generi di larga diffusione, Della radio della sua storia, delle radio in Sardegna. Se ne parlerà martedì prossimo 7 maggio, dalle 17.00 alle 20.00, a Jerzu, nella sala del Consiglio comunale in via Vittorio Emanuele 172, nel corso di un incontro dal titolo “La Radio patrimonio dell’umanità. 100 anni di storia”, organizzato dall’Ordine dei giornalisti della Sardegna, con il Comune di Jerzu e l’Associazione culturale Calliope.
Oggi la radio sta vivendo una nuova giovinezza, grazie alla digitalizzazione del segnale e alla trasmissione in Rete che permettono la personalizzazione e la condivisione. Il seminario intende analizzare il ruolo e la professionalità di chi lavora in radio e le caratteristiche di chi l’ascolta. Si parlerà delle nuove tecnologie, dei social media, dell’avvento degli smartphone, di Instagram, Twitter e Facebook, sino alle prospettive della radio nel futuro.
Interverranno: Carlo Lai, sindaco di Jerzu, Mons. Antonello Mura, vescovo di Nuoro e Lanusei e presidente Conferenza episcopale sarda, Francesco Birocchi, presidente Ordine dei giornalisti Sardegna, Claudia Carta, giornalista e presidente Associazione culturale Calliope, Romano Cannas, già direttore della Sede Rai per la Sardegna, Giovanni Sanna, giornalista, Gianni Garrucciu, giornalista, Giacomo Serreli, giornalista, Roberto Comparetti, giornalista, direttore “Il Portico”.
Ai giornalisti partecipanti verranno assegnati tre crediti formativi.
Nella foto di copertina, Francesco Birocchi, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna