«Frena nuovamente l’economia sarda: nuovo stop nel 2019. Nonostante gli ultimi dati Istat (gennaio 2020) indichino con riferimento al 2018 una crescita sorprendente ed ampiamente al di sopra delle aspettative (+1,4% l’aumento del Pil,) lo scorso anno la combinazione dei fattori propulsivi che hanno determinato una performance tanto brillante non si è purtroppo ripetuta. Il rallentamento dell’attività economica non ha risparmiato nemmeno il comparto turistico, mentre mercato del lavoro, esportazioni e attività industriale hanno risentito del deterioramento delle condizioni economiche generali, sia nazionali che internazionali.»
E’ l’incipit con il quale Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionali della CNA Sardegna, commentano l’ultimo report del Centro studi della Cna che rileva come l’incertezza che grava sul contesto generale[1]abbia pesato anche sulle dinamiche dell’economia regionale: in base all’analisi dell’associazione artigiana le stime del Pil regionale per il 2019 propendono per un anno di sostanziale stagnazione (+0,0%), in linea con le ultime indicazioni per il Pil Nazionale (+0,2%) e per il Pil del Mezzogiorno (-0,2%).
Le previsioni della Cna si inseriscono in un quadro di debolezza generalizzata, indicando per l’anno in corso una crescita annua che difficilmente supererà quella nazionale (+0,3%), mantenendosi poco al di sopra della stagnazione. La crescita nell’anno in corso risentirà dunque del rallentamento dell’economia che ha caratterizzato il 2019.
«Nel 2018 i dati Istat su turismo, occupazione, dinamica delle imprese, attività industriale, esportazioni, consumi, etc., suggerivano un’accelerazione inattesa – aggiungono Pier Paolo Piras e Francesco Porcu –, ma nessuno dei principali osservatori istituzionali si era spinto ad indicare una dinamica così espansiva (le stime erano sempre al di sotto dell’1%) e addirittura superiore al dato nazionale (+0,8% il dato Istat più aggiornato). Una crescita importante, se confrontata con la media delle regioni del Mezzogiorno (un risicato +0,3%) che incorona il 2018, con molta probabilità, come il terzo anno per performance generale dell’economia sarda dell’ultimo ventennio (dopo il 2001 e il 2015). Va precisato che non è affatto inusuale, in Contabilità Nazionale, rivedere a posteriori le stime di crescita al livello territoriale, ma il 2018, con molta probabilità, si confermerà il terzo anno per performance generale dell’economia sarda dell’ultimo ventennio (dopo il 2001 e il 2015).»
«Il 2020 si apre all’insegna della stagnazione e si annuncia non facile per l’economia isolana – aggiungono Pier Paolo Piras e Francesco Porcu -. Il Governo regionale batta un colpo: non possiamo permetterci che le incognite e le incertezze proposte dalla congiuntura internazionale si saldino con le criticità irrisolte del contesto regionale: la continuità aerea e marittima, i ritardi nella programmazione regionale – Piano regionale di Sviluppo, Legge di Stabilità – la confusione in materia di energia (vedi metano), la definizione di un programma di politica industriale a supporto dell’apparato produttivo isolano:»