«I dati dell’Istat relativi al prodotto interno lordo nel secondo trimestre del 2020 attestano un crollo del Pil pari al -12,4% rispetto al trimestre precedente e al -17,3% in termini tendenziali. Si tratta dei valori minimi registrati dal 1995, un calo storico senza precedenti. Certamente la diffusione della pandemia ed il conseguente lockdown hanno provocato un impatto devastante sulla produzione e sulla domanda, tuttavia il Coronavirus ha solamente accentuato le criticità già presenti in un Paese che da anni si trovava in un regime di profonda stagnazione, con livelli di disoccupazione record. Occorre, dunque, chiedersi quali siano le cause di un declino che è evidentemente politico prima ancora che economico. La perdita di sovranità imposta dalla gabbia europea in materia di politica monetaria, i tagli lineari al welfare e agli investimenti, un livello di tassazione iniquo che stritola le imprese impedendo l’iniziativa privata, sono fra le cause principali della fase drammatica in cui ci troviamo e che il Covid-19 ha soltanto amplificato. Per superare la crisi attuale, dunque, occorre ripartire dalla rappresentanza effettiva delle istanze dei cittadini rimettendo al centro dell’agenda delle riforme il lavoro, la scuola, la sanità e gli investimenti nell’economia reale, temi che di certo non corrispondono agli interessi delle banche e della grande finanza.»
Lo ha dichiarato Paolo Capone, segretario generale dell’UGL, in merito ai dati dell’Istat che attestano il crollo del Pil italiano nel secondo trimestre del 2020.