Il tradizionale appuntamento illoraese in onore di san Nicola da Tolentino (Castel Sant’Angelo in Pontano, 1245 – Tolentino, 1305) – promosso per l’edizione 2024 dal comitato guidato dalla giovanissima Angela Mulas e composto dai nati negli anni 1956, 1966, 1976, 1986, 1996, 2006 – ha diramato il programma che, nei giorni 9 e 10 settembre, caratterizzerà il centro del Goceano con il cerimoniale religioso e la festa popolare in Piazza IV Novembre, nell’area antistante il Municipio.
La venerazione locale della figura di san Nicola da Tolentino è da considerare un lascito spirituale della tormentata presenza agostiniana, tra il 1624 e il 1765, a Illorai. La prima fondazione di Conventi Agostiniani in Sardegna, allora chiamati Romitani o Eremitani di sant’Agostino (354-430), i cui resti sono custoditi e venerati nella Chiesa di San Pietro in Ciel d’Oro a Pavia, si registra a Cagliari nel 1421.
Nell’anno 1649 risulta attivo nell’Isola un Collegio e ben dieci Conventi: tra questi anche il Convento Illorayanus, sorto appunto a Illorai nel 1624.
All’origine una donazione, determinata da un voto, dei coniugi Francesco Nurchis Cedrelles e Francesca Andreana Corona Nurchis che cedevano, al provinciale degli Agostiniani di Cagliari, diversi terreni localizzati in
regione Botto-Sarraore e la Chiesa di Nostra Signora d’Itria. L’atto notarile di fondazione del Convento a Illorai è datato 8 settembre (giorno della natività della Vergine) 1624 e sopravvisse, tra alterne vicende giuridiche, un contenzioso tra i frati e gli eredi Nurchis-Corona e sopraffazioni causate dalle regole di diritto d’asilo in luoghi sacri per i malfattori inseguiti dalla giustizia, fino al 1765.
Nonostante la soppressione del Convento di Nostra Signora d’Itria (sconsacrato definitivamente nel 1785) e l’abbandono dei frati sempre
più vittime dei fuorilegge, gli ultimi a lasciare il paese costerinu furono il vecchio sacerdote Fra Sebastiano Cubeddu e un frate laico; nella comunità illoraese permane tuttora la testimonianza agostiniana dello “spirito di carità cristiana” e il profondo culto per san Nicola da Tolentino: Sacerdote Agostiniano, canonizzato da papa Eugenio IV nel 1446.
La grande Famiglia Agostiniana nel triennale 2004-2006 ha indetto e celebrato un Giubileo incentrato su tre significativi avvenimenti storici dell’Ordine: i 1650 anni della nascita di sant’Agostino (13 novembre 354); i 700 anni della morte di san Nicola da Tolentino (10 settembre 1305) e, infine. i 750 anni della Grande Unione dell’Ordine, sancita con la bolla Licet Ecclesiae di papa Alessandro IV e datata 9 aprile 1256. Il Giubileo ha permesso di avviare una profonda rilettura e riflessione, oltre che ricordo celebrativo, sulla figura di san Nicola da Tolentino: eccezionale testimone dell’amore di Dio.
Dall’iconografia e storiografia del santo taumaturgo emerge un modello di estrema osservanza dei voti religiosi; un interprete carismatico della spiritualità agostiniana ed un perfetto esempio nell’incarnare la vita evangelica. Di san Nicola da Tolentino risalta la dimensione penitenziale, l’aspetto ascetico e la filiale e tenera devozione verso la Madre di Cristo.
Un suo biografo, Agostino Trapè, scriverà di esemplare sacerdote “sommamente straordinario nelle cose ordinarie”. Tanti gli aneddoti sulla vita dell’Agostiniano, alcuni tramandati da una tradizione popolare che custodisce tutt’oggi una radicata e forte devozione del santo di “boni sensus” e dalla “verba dulcia”. L’iconografia classica raffigura il religioso, venerato a Illorai, con l’abito nero degli Eremitani, un sole sul petto e con in mano un giglio.
La cultura sarda percorre e rivive nelle sue feste l’inscindibile binomio che coniuga il sacro e la tradizione popolare; secondo diversi nostri studiosi il connubio del “festare”, tra sacro e profano dei sardi, ha radici già nelle comunità prenuragiche e di epoca nuragica. Un esempio citato sarebbero le riunioni nel “santuario” di Santa Cristina a Paulilatino e i perpetrati segni che arricchiscono gli appuntamenti religiosi con dei forti arcaici elementi custoditi nell’individualità e nelle comunità.
Il comitato Santu Nicolau 2024 ha individuato, nei canti a tenore e nei gruppi folk, gli elementi di sintesi e di sintonia storica per rappresentare al meglio la miscellanea di tradizioni e cultura de su festare sardu.
Il canto a tenore valorizza l’autenticità e diversità culturale di prezioso ed unico patrimonio immateriale dell’Isola. Inserito dall’UNESCO,
nell’universalità dell’espressione creativa, ne rappresenta forma musicale e cultura identitaria connessa con il mondo agro-pastorale e con la significativa tradizione orale e poetica della Sardegna.
Una rete del canto a tenore, a cui sta lavorando l’ISRE e il suo presidente Stefano Lavra, con coinvolgenti e condivise iniziative per cantori,
associazioni, amministratori e scuole, è stata recentemente presentata nell’auditorium nuorese del Museo del Costume, intitolato a Giovanni Lilliu; l’istituzione si propone di valorizzare una crescita di idealità tra le realtà sociali delle comunità sarde ed esaltare la tradizione del canto a più voci, con tutte le caratteristiche tecniche distintive espresse dai caratteri locali. L’ampia area di diffusione territoriale del canto a tenore, censiti oltre 3.500 praticanti nel 2022, interessa 100 Comuni.
Devozione, tradizione culturale, folklore, giochi per i giovanissimi e una lotteria super ricca con tantissimi oggetti di gran valore, rappresenta a Illorai il programma delle manifestazioni in onore di san Nicola da Tolentino.
I festeggiamenti religiosi saranno caratterizzati dai vespri solenni del giorno 9 e la Santa Messa del 10 settembre, alle ore 18.00, con i canti della corale femminile Melàbrina, diretta dal maestro Barbara Cossu; a seguire la processione del Santo, attraverso le vie del paese, in una partecipata cornice di fedeli, di cavalieri locali e gruppi folkloristici.
Eccezionali e vivaci i momenti di festeggiamenti civili: lunedì 9 è previsto un ricco programma pomeridiano di giochi in piazza per i bambini, a cura della Ies Eventi ed una programmazione di musica, karaoke e balli sardi; a partire dalle ore 22.00 di martedì 10, un intenso e tradizionale appuntamento con apprezzati e riconosciuti Tenore e Gruppi Folk. Sul palco di Piazza IV Novembre, presentati da Maria Laura Mameli di Bono, si esibiranno i Tenore “Mama ‘e su Nie” di Illorai, “Remunnu ‘e Locu” di Bitti, “Santu Lussugliu” di Oliena, “Santu Larentu” di Silanus e i Gruppi “Figulinas” di Florinas, “Sant’Anna” di Oniferi, “Tamuli” di Macomer, “Thalasai” di Sedilo.
Entrambe le serate, realizzate con il patrocinio del Comune di Illorai e sostenute da numerosi sponsor, saranno allietate dallo stimato organettista locale Giuseppe Mulas.
Naturalmente, accoglienti punti ristoro di enogastronomia, gestiti dal comitato, garantiranno un servizio di prodotti del territorio e i panini con sa sartzedha de Illorai.
Cristoforo Puddu