Il taglio del nastro ha aperto la seconda edizione del Festival dell’Aerospazio, che ha spalancato le porte del Museo archeologico di Olbia a scuole, famiglie e i tanti visitatori appassionati e desiderosi di conoscere un tema affascinante per il presente e futuro dell’umanità. Il sindaco di Olbia, Settimo Nizzi, con l’assessora comunale alla Cultura, Sabrina Serra, insieme a Marilisa Pischedda, direttrice del Festival e founder di Astec e il generale Davide Cipelletti, comandante del Poligono Interforze del Salto di Quirra, hanno inaugurato la seconda edizione del Festival dell’Aerospazio.
Un’opportunità imperdibile per scoprire tutti i segreti del cosmo, immaginando di esplorare l’universo da vicino, vivendo un’esperienza unica e interattiva, con i laboratori didattici che costituiranno un momento centrale dell’evento, che si svolgerà da oggi al 28 settembre al Museo archeologico di Olbia.
Dopo un giro conoscitivo nella parte del Museo archeologico che ospita le aziende partner, durante la quale il sindaco di Olbia, Settimo Nizzi e l’assessora della Cultura, Sabrina Serra, hanno chiesto informazioni sull’evoluzione del settore aerospaziale e le applicazioni concrete per le imprese, con i possibili benefici per i cittadini, è iniziata la parte più istituzionale.
L’assessora regionale al Lavoro, Desirè Manca, ha sottolineato come «la formazione non sta al passo con i tempi, in un modo che parla di intelligenza artificiale e innovazione tecnologica».
Il sindaco di Olbia, Settimo Nizzi, ha posto l’accento sul valore del Festival dell’Aerospazio, un evento in cui «si parla di imprese e tecnologia, cose concrete che dallo spazio arrivano sulla terra per migliorare la qualità della vita dei cittadini».
Giacomo Cao, presidente del Dass, il Distretto aerospaziale della Sardegna, ha voluto spiegare il ruolo della Sardegna nel mondo della ricerca aerospaziale, con straordinari risultati già conseguiti e grandi future opportunità di crescita e sviluppo. «Sul tavolo dell’Agenzia spaziale italiana c’è un progetto nato in Sardegna che punta a raggiungere Marte nel 2031, con un vettore italiano e tecnologia di casa nostra, con lo studio del suolo marziano e per la costruzione di elementi strutturali – ha spiegato il professor Giacomo Cao -. Per questo il Dass sta conducendo il programma nazionale del ministero dell’Università e della Ricerca per la “Costruzione e manifattura nello spazio in situ” che riguarda proprio la realizzazione di un prototipo per la creazione di elementi strutturali su Marte, utilizzando un simulante del suolo marziano, con tecnologia nata in Sardegna sulla base di un brevetto che vede coinvolte l’Università di Cagliari e il CRs4.»
«Negli ultimi sei anni il Distretto aerospaziale della Sardegna ha attirato risorse pubbliche e private per 60 milioni di euro – ha sottolineato Giacomo Cao -. La Sardegna è diventata il punto di riferimento a livello mondiale nella propulsione aerospaziale. Avio ha raggiunto un accordo per testare nell’isola il propellente solido e liquido, in assoluta segretezza, per i motori che consentono di mandare in orbita i satelliti, con un investimento complessivo di 30 milioni di euro.»