“La Sardegna è bellissima vista dallo spazio”. Ospite d’onore della seconda giornata del Festival dell’Aerospazio in corso di svolgimento al Museo archeologico di Olbia, l’astronauta Walter Villadei ha parlato davanti ad una folta platea in uno dei panel più attesi dell’evento internazionale organizzato daAstec – AeroSpace Technology Education Center. Villadei, che nel gennaio scorso è stato protagonista in qualità di pilota della Ax-3, la terza missione privata diretta verso la stazione spaziale internazionale (ISS) organizzata da Axiom Space, ha raccontato l’importanza della Sardegna nel settore aerospaziale e le sfide per il futuro.
Il ruolo chiave della Sardegna.
Se l’Italia è leader indiscussa degli esperimenti nello spazio, la Sardegna vanta un primato importante: i primi esperimenti spaziali furono fatti proprio nell’Isola. «Quest’anno ricorrono i sessant’anni dell’Italia nello spazio. I primi lanci – racconta Walter Villadei – partirono proprio dalla Sardegna per verificare le dinamiche di movimento».
Le origini segnano le potenzialità dell’Isola sulle quali l’astronauta, anche membro del Comitato tecnico scientifico dell’Agenzia spaziale italiana, non ha alcun dubbio. «In Sardegna – rimarca Walter Villadei – realizziamo cose molto importanti. Abbiamo grandi radiotelescopi che parlano con lo spazio profondo, ricevono dati dalle sonde che abbiamo realizzato per esplorare Giove, Saturno, Urano e le parti più remote del cosmo, ma abbiamo anche sistemi che vengono utilizzati per monitorare i detriti spaziali. È un tema importantissimo per garantire la sicurezza delle infrastrutture e degli oggetti che volano nello spazio.»
Villadei dedica molto tempo a parlare con i ragazzi. L’incontro al Museo di Olbia, con la sala gremita da giovani studenti, ma anche da professionisti del settore aerospaziale, è stata un’occasione per ribadire un concetto espresso più volte durante la manifestazione: lo spazio offre enormi possibilità di sviluppo professionale per i giovani sardi.
L’astronauta ambasciatore italiano nello spazio.
Walter Villadei è di fatto un ambasciatore italiano nello spazio. «Se potessi scegliere vorrei andare direttamente su Marte, tecnicamente è al momento quasi impossibile per gli esseri umani, ma è la sfida più grande – spiega l’astronauta -. La luna è abbastanza vicina e le iniziative private potranno sbarcare molto prima sulla Luna. Elon Musk con SpaceX deve rappresentare l’emblema di una sfida, indipendentemente da suo profilo personale. Oggi la figura dell’astronauta è cambiata, non si tratta solo di uno specialista del volo concentrato sull’addestramento, oggi c’è la Space economy e l’impostazione è quella di un astronauta che interagisce, con industria e ricerca, sulle opportunità che ci sono nello spazio. Il futuro sono i voli privati, soprattutto, negli Stati Uniti, pensiamo a SpaceX di Musk, con grande forza economica e capacità di accettare il rischio: l’errore è un passaggio che porta al successo.»
Una vita dedicata al sogno di andare nello spazio. «Ho sempre avuto la passione per lo spazio e gli aeroplani, i sogni devono essere accompagnati da un percorso di studio – ha spiegato Walter Villadei -. Solo quando inizia il countdown capisci che stai per volare nello spazio, nel mio caso la il primo volo è stato preceduto da una lunga formazione nell’Aeronautica militare, addestramento iniziato nel 2011 in Russia, in una base segreta militare ed è proseguito fino al 2019, poi sono andato negli Stati Uniti dove ho iniziato un nuovo addestramento nel 2021, con visione costante, passione e determinazione.»
Osservazione satellitare per misurare il riscaldamento globale. Nella mattinata di lavori, durante il panel dedicato all’osservazione satellitare e al monitoraggio della Terra, è emersa l’importanza dell’osservazione dallo spazio di fenomeni che incidono sul presente e futuro della Terra come l’innalzamento degli oceani e quindi il riscaldamento globale. Fenomeni misurabili con estrema precisione solo attraverso gli strumenti satellitari in grado di rilevare anche l’inquinamento o la purezza delle acque.