«Le Compagnie dei barracelli sono il primo corpo di polizia civile d’Europa, le cui radici affondano nei tempi di Eleonora d’Arborea. Un vanto e una garanzia di sicurezza che molte regioni italiane avrebbero voluto, ma specifiche solo della Regione Sardegna. I barracelli, sono già di per sé polizia giudiziaria così come previsto dall’ex art. 57 del codice di procedura penale, e con tutti i compiti e le attribuzioni di cui all’art. 55 medesimo codice. Nonostante questo, e in barba anche a quanto esplicato con nota n° 557/PAS/U/01817710089.DGG (1) del 1/12/2016 del ministero dell’Interno, con la quale si evidenziava che ad avviso del predetto Dicastero, l’ordinamento giuridico, riconosce ai componenti delle Compagnie barracellari, le funzioni di agenti e ufficiali di polizia giudiziaria, accade spesso che alcuni uffici neghino tale facoltà con dannose ricadute sulla operatività della medesima compagnia.»
A dichiararlo è il deputato sardo della Lega, Dario Giagoni, che ha depositato un disegno di legge con il quale si propone di «risolvere l’annosa controversia interpretativa (che meriterebbe ben più ampio approfondimento) attraverso un espresso riconoscimento in via legislativa della qualifica di ufficiale di Polizia giudizizaria agli appartenenti al corpo barracellare».
«Questo mio impegno che si rivela in quella che parrebbe essere una semplice modifica normativa è semplicemente una vicinanza a una compagnia che ho sempre rispettato e cercato di valorizzare durante tutto il mio mandato da consigliere regionale e di cui oggi come oggi riconosco ancora di più il valore e il fondamentale apporto nel tessuto sociale, giuridico e culturale sardo – conclude Dario Giagoni -. A differenza di alcuni esponenti politici del territorio, che ricordano la presenza di tali compagnie solo a fini elettorali o propagandisti, la mia vicinanza è leale e sincera e tale consapevolezza maturata grazie alle continue interlocuzioni con essi mi porta a voler garantire loro il rispetto normativo che meritano, nella speranza che anche la Regione decida di metter mano al testo che ne disciplina il funzionamento adeguandolo ai giorni nostri.»
Antonio Caria