«Le liste d’attesa non possono essere abbattute ma vanno governate a partire dal territorio. Sul ruolo dei medici di medicina generale e sulla loro capacità di intercettare i nuovi bisogni fra ambito territoriale ed ospedaliero si gioca la sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale.»
Lo ha detto l’assessore regionale della Sanità, Armando Bartolazzi, intervenendo ai lavori d’apertura dell’82° congresso nazionale Fimmg, Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale, in programma fino al 12 ottobre a Villasimius. L’assessore Armando Bartolazzi ha parlato del ruolo cruciale dei medici di medicina generale ed ha rilanciato ancora una volta una visione fortemente improntata sulle competenze e la specializzazione, necessaria premessa per un modello territoriale integrato, multilivello e sinergico, così come prevede il DM 77.
«La Sardegna è una regione molto complessa dal punto di vista orografico e con una demografia via via sempre più dispersa all’interno dei territori. Questo dato strutturale va ad intrecciarsi con l’evoluzione della professione medica e delle relative risposte di cura verso i pazienti. Oggi la medicina utilizza sempre più i Big Data e la tecnologia, intrecciando biologia e statistica e sfruttando le potenzialità del digitale – ha detto l’assessore della Sanità -. Occorre rendere la professione del medico di medicina generale nuovamente attrattiva per i giovani, non soltanto prevedendo incentivi economici, ma anche rinnovando i corsi e le materie di studio. In Europa i corsi di specializzazione si fanno e possono essere seguiti part time: quella è la direzione da seguire.»
La strada comune, tracciata durante i lavori è quella che prevede l’aumento dell’intensità diagnostica ed assistenziale dello studio di medicina generale in termini di prevenzione e presa in carico della complessità, prevenendo gli accessi ai servizi distrettuali ed ospedalieri di primo e secondo livello, e alleggerendo i carichi del pronto soccorso.
«Un medico di famiglia deve poter prendere in carico il proprio assistito offrendo test diagnostici rapidi, elettrocardiogramma, ecografie, radiografie. Solo così riusciremo a rilanciare il ruolo del medico di medicina generale», ha concluso Armando Bartolazzi.ù