Selargius, Cagliari e San Gavino Monreale saranno il teatro di Anderas, venti giornate, per quarantuno appuntamenti tra poesia, letteratura grazie alla Fondazione Faustino Onnis, che inizierà domenica 13 ottobre.
«Cominciano gli appuntamenti autunnali di Anderas – ha detto la presidente Luciana Onnis -, dopo alcuni incontri che anticipavano la terza edizione. Il nostro è un festival letterario che si caratterizza per la diffusione sul territorio, quest’anno oltre a Selargius, la nostra casa, avremo tanti incontri anche a Cagliari-Pirri e a San Gavino. Ci saranno serate dedicate ai grandi nomi della letteratura sarda e ad autori, sardi e non, contemporanei. Affronteremo tematiche quali la parità di genere, la violenza sulle donne, il rapporto madre-figlio. Anche quest’anno Anderas si caratterizza come un festival dell’inclusione e del sociale.»
«Per il comune di Selargius – ha sottolineato l’assessora Sara Pilia – è importante la sinergia con la Fondazione, perché sentiamo Faustino Onnis a noi molto vicino e portiamo avanti un obiettivo comune, quello della diffusione della cultura. Apprezziamo il lavoro che fa la Fondazione, coinvolgendo, con Anderas, la comunità selargina, la biblioteca, le scuole medie ed elementari. Nell’ottica dell’inclusione, che è anche la nostra, apprezziamo che il festival tocchi temi come la discriminazione di genere e che, tra gli altri appuntamenti, in questa edizione abbia voluto inserire un laboratorio nel carcere con le detenute.»«Da sangavinese – ha detto l’assessore della Cultura del comune di San Gavino, Riccardo Pinna – sono onorato di poter ospitare nel nostro comune le date del festival Andreas e sono grato agli organizzatori per il grande lavoro fatto in questi anni, che ha portato la manifestazione a questi livelli. Siamo lieti di poter offrire ai lettori e agli autori un momento di incontro e come amministrazione sosterremo sempre la cultura letteraria e la divulgazione del cartaceo. Mi preme sottolineare che il percorso di vita di Faustino Onnis è oggi ancora contemporaneo e unisce il campidano alla città metropolitana di Cagliari, allora come oggi. Le comunità crescono e si arricchiscono grazie alla contaminazione e alla diffusione capillare sui territori.»
Antonio Caria