Garantire la qualità e la sicurezza delle cure attraverso strategie, percorsi e strumenti che permettano di trasformare gli eventi avversi e gli errori in sanità in opportunità di miglioramento. E’ stato questo il tema del corso formativo promosso dalla struttura Risk management, Qualità e Formazione permanente della Asl 5 di Oristano, diretta dal dottor Gian Franco Puggioni, con la responsabilità scientifica della dottoressa Adriana Piras, referente della stessa struttura per la gestione del rischio clinico.
L’evento, declinato in tre edizioni da tre giornate ciascuna svoltesi a maggio, giugno ed ottobre, si è tenuto nell’aula Formazione dell’ospedale San Martino di Oristano e si è concluso lo scorso sabato 12 ottobre. Oltre sessanta i partecipanti: medici, infermieri, tecnici che sono stati designati, per ciascun reparto o servizio, come “facilitatori”, una figura che ha il compito di segnalare eventuali criticità, raccordandosi con la struttura del Risk management, per migliorare l’attività organizzativa e la qualità delle cure.
Ad arricchire il percorso formativo sono stati gli interventi di tre relatori di rilievo nazionale: Micaela La Regina, risk manager della Asl di La Spezia, Laura Marsala, figura analoga all’Arnas (Azienda di rilievo nazionale ad alta specializzazione) Civico di Palermo e Gianluigi Zanovello, ex comandante delle Frecce Tricolori, il cui intervento si è tenuto alla presenza del direttore generale della Asl oristanese Angelo Maria Serusi.
«Il sistema aeronautico ha già affrontato nel suo ambito il riconoscimento degli errori, che in gran parte dipendono da fattori umani, ed ha molto da insegnare alle organizzazioni sanitarie», ha spiegato il direttore del corso Gian Franco Puggioni.
«L’obiettivo del corso – ha aggiunto la responsabile scientifica Adriana Piras – è quello di promuovere un cambiamento culturale negli operatori sanitari, i quali dovrebbero considerare gli eventi critici non come un problema da nascondere, ma come un’occasione di apprendimento che miri ad un miglioramento organizzativo, senza colpevolizzare chi commette l’errore, ma ricercandone le cause profonde e proponendo delle soluzioni concrete.»
Per farlo, esistono strategie e strumenti ben definiti e codificati, come la piattaforma regionale Sirmes, attraverso cui è possibile effettuare le segnalazioni, o gli audit, analisi attraverso cui il team di rischio clinico affianca e guida gli operatori sanitari nell’affrontare e superare il problema.
Nella tre giorni di formazione sono stati esaminati alcuni casi, come ad esempio la somministrazione di una terapia farmacologica errata, ed illustrati gli strumenti che i facilitatori aziendali potranno adottare per farli emergere e renderli un’opportunità di miglioramento organizzativo e clinico.
«Si tratta di un percorso che la Asl di Oristano ha intrapreso, avendo costituito e formalizzato una rete aziendale di circa 80 operatori che hanno il compito di monitorare e segnalare gli eventi critici», spiegano gli organizzatori.
Un percorso che, in questi mesi, ha già dato i suoi frutti, dal momento che le segnalazioni e le conseguenti analisi sono in costante crescita, segno che il cambiamento culturale fra il personale sanitario è già cominciato.