Da un lato la necessità di non perdere un finanziamento di 9 milioni di euro per ristrutturare due sale operatorie dell’ospedale oncologico di Cagliari, ormai obsolete, e crearne due in più, dall’altro i disagi che i lavori porteranno sia ai pazienti sia al personale medico infermieristico. La situazione dell’ospedale oncologico e, in particolare, la chiusura temporanea delle sale operatorie, risalenti agli anni ’70, dell’ospedale Businco per lavori di ristrutturazione è stata al centro della seduta della commissione Salute, convocata con urgenza dalla presidente Carla Fundoni (Pd). All’incontro erano presenti la direttrice generale dell’Arnas Brotzu, Agnese Foddis, il direttore sanitario dell’Azienda, Raimondo Pinna, i rappresentanti del personale medico e infermieristico, Claudia Locci (infermiera), Marco Spiga e Gianluigi Luridiana, dirigenti medici. Tre i dati certi: i 9 milioni del Pnrr che rischiano di essere persi, l’inizio dei lavori il 15 novembre, fra meno di un mese, e la durata della chiusura delle due sale operatorie che dovrebbe essere di due mesi.
La posizione dei vertici dell’Arnas Brotzu e quella del personale medico e infermieristico sono risultate divergenti. I primi, che hanno potuto contare sulla concessione edilizia dieci giorni fa, hanno presentato una prima ipotesi di gestione della situazione, che potrebbe essere soggetta a modifiche, e che ancora non è stata messa nero su bianco. L’ipotesi prevede di lasciare la Senologia al Businco, con l’utilizzo di una terza sala operatoria, adesso usata per la terapia del dolore e per l’inserimento dei cateteri CVC, necessari per la chemioterapia. Una sala che necessità di lavori di adeguamento, soprattutto per quanto riguarda la climatizzazione. Secondo i vertici dell’Azienda non verrebbero diminuiti gli slot che erano già dedicati agli interventi chirurgici della senologia. Il piano prevede, inoltre, lo spostamento al San Michele sia della chirurgia toracica, per cui sono stati trovati gli spazi e i posti letto, sia di quella ginecologica. Per il personale medico e infermieristico si tratta di una situazione che sta creando grande preoccupazione e incertezza sia tra i pazienti sia tra il personale sanitario. In particolare, lamentano la mancanza di condivisione del progetto con il personale medico, che così non è in grado di rassicurare i pazienti, e la scelta di soluzioni che provocheranno non pochi disagi ai malati, che già si trovano in una situazione di forte apprensione per la malattia. Disagi anche per il personale sanitario, già in affanno, che dovrà utilizzare una sala che oggi non garantisce, hanno detto, temperature adeguate per problemi ai condizionatori. I rappresentanti di medici e infermieri hanno detto di temere per l’allungamento delle liste d’attesa, che oggi per gli interventi oncologici al seno sono di circa 60 giorni. Numeri che il direttore sanitario Pinna non ha condiviso. Medici e infermieri hanno detto anche di temere per il futuro dell’ospedale Businco.
Il piano, hanno spiegato i vertici di Arnas, condiviso soltanto ieri sera con i direttori di dipartimento, sarà aperto a ogni contributo che possa migliorarlo e sarà adesso illustrato anche ai sindacati. Un piano, hanno detto, che ha l’obiettivo di realizzare un ospedale migliore, che dia serenità e garanzie ai pazienti e al personale, cercando di ridurre al minimo i disagi.
Nel corso della seduta si è parlato anche della situazione del Microcitemico. I vertici dell’Arnas hanno detto che attualmente non ci sono gli spazi per accogliere i piccoli pazienti, che hanno necessità di ambienti adeguati e dedicati. Servono lavori e risorse di cui al momento l’Azienda non dispone.
La presidente Carla Fundoni ha sottolineato l’importanza di convocare oggi la Commissione che ha consentito ai commissari di venire a conoscenza delle criticità illustrate, che persistono e che necessiteranno di un percorso rapido vista la data di scadenza del 15 novembre. «Ciò che lascia l’amaro in bocca e che desta sconforto – ha detto la presidente Carla Fundoni -, è che ci troviamo costretti a dover prendere decisioni in meno di un mese. Un tempo breve in cui tutti, ha detto, saremo impegnati per trovare le soluzioni migliori e per evitare che i pazienti mandino mail per rinunciare all’intervento, che può essere eseguito in Sardegna, e gli operatori siano sottoposti a un ulteriore stress». Carla Fundoni ha ricordato il grande impegno di tutto il personale sanitario della Sardegna e ha aggiunto: «Abbiamo acceso un faro in questa commissione che non si spegnerà». La presidente ha sottolineato la necessità di riconvocare a breve la commissione, una volta che i vertici Arnas avranno condiviso il progetto con i sindacati.
Nel corso della seduta sono intervenuti il vice presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Frau (Uniti per Alessandra Todde), la presidente della Seconda commissione, Camilla Soru (Pd), il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus, Lorenzo Cozzolino (Orizzonte comune), Giuseppino Canu (Sinistra Futura), che hanno manifestato forte preoccupazione per la gestione della situazione e per il futuro dei piccoli pazienti del Microcitemico. E intervenuto, inoltre, anche il capogruppo dei Riformatori sardi, Umberto Ticca.