«Nella conferenza stampa di ieri il presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, ha presentato il Decreto agosto, che introduce misure urgenti per il sostegno ed il rilancio dell’economia. Si tratta di uno stanziamento di 25 miliardi di euro, nell’ambito delle misure per fare fronte alle conseguenze dell’epidemia da Covid-19.»
Lo hanno dichiarato, in una nota, gli indipendentisti di Liberu, che proseguono: «Una delle misure riguarda il cosiddetto “Bonus Ristoranti”, un contributo a fondo perduto per le aziende della ristorazione che, nel periodo tra marzo e giugno di quest’anno, hanno subito un calo di fatturato di almeno il 25% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso».
«Si tratta – secondo Liberu – un contributo a partire da 2.500 euro, erogato in due fasi ma il cui 90% viene anticipato al momento dell’accettazione della domanda. I ristoratori dovranno spendere il contributo esclusivamente nell’acquisto di prodotti di filiere agricole, alimentari e vitivinicole italiane.»
«A tal proposito – aggiungono da Liberu – suggeriamo al Governo Sardo l’opportunità di aggiungere un ulteriore contributo regionale a favore dei ristoratori presenti nella nostra isola. La condizione richiesta per ottenere tale contributo regionale dovrebbe essere che tutti i prodotti italiani acquistati col bonus governativo, e con quello regionale aggiuntivo, debbano essere prodotti in Sardegna.»
«Una misura – sottolineano da Liberu – del genere avvantaggerebbe ulteriormente i ristoratori sardi, che avrebbero l’opportunità di ricevere non uno ma ben due bonus, uno dal governo italiano ed uno da quello sardo. Allo stesso tempo avvantaggerebbe anche l’economia agroalimentare della Sardegna, da tempo in grande difficoltà. Infatti, il contributo di 2.500 euro, con l’aggiunta del contributo regionale che pone la condizione che entrambi i bonus siano spesi per il consumo di prodotti sardi, finirebbe interamente nell’acquisto di prodotti locali, disincentivando l’acquisto di prodotti non sardi. Del resto, a norma di legge, oggi i prodotti sardi sono catalogati come “prodotti italiani”.»
«Infine – concludono da Liberu – tutto ciò valorizzerebbe anche la nostra immagine turistica, con una massiccia presenza di genuini prodotti sardi nei nostri ristoranti, troppo spesso votati all’utilizzo di prodotti non sardi nei loro menù. Ci auguriamo che la Giunta si dimostri all’altezza di questa opportunità e non perda l’occasione per dare, pur con un piccolo stanziamento, un importante aiuto ai lavoratori sardi.»
Antonio Caria