«Da dodici anni attendiamo di ricevere una tariffa che assomiglia ai costi che sosteniamo.»
A nome delle comunità terapeutiche della Sardegna la coordinatrice Giovanna Grillo ha portato in audizione in commissione Sanità la voce delle organizzazioni sociali che si occupano dei pazienti più complicati: gli ex detenuti affetti spesso da patologie psichiatriche oltre che da dipendenze.
«Negli ultimi cinque anni 4 comunità hanno chiuso per mancanza di forze e di speranza, ci sono dipendenti che non prendono lo stipendio da dieci mesi – ha proseguito Giovanna Grillo – anche perché nel nostro settore non esistono privati che paghino. I nostri pazienti spesso arrivano con un sacchetto di plastica, tutto quello che hanno quando escono dal carcere.»
Monsignor Carlo Follesa, responsabile dell’Aquilone, ha invitato la commissione «a toccare con mano la situazione, visitando le comunità». Dal canto suo la presidente della commissione Sanità, Carla Fundoni, ha promesso un intervento concreto nella manovra finanziaria «per consentire alle comunità terapeutiche di portare avanti il loro compito fondamentale nella società sarda. E cioè quello di non dimenticarsi dei più deboli ma di tentare di reinserirli».
In audizione anche Daniele Agulli in rappresentanza del sindacato Ferirets per denunciare «la mancanza di dirigenti amministrativi nelle aziende sanitarie» e la necessità di provvedimenti radicali per il funzionamento della macchina della Sanità.