Prosegue, in Consiglio regionale, l’esame dell’articolato e degli emendamenti sulla riforma del sistema sanitario regionale. In apertura dei lavori, stamane, sull’ordine dei lavori è intervenuto Massimo Zedda che ha detto che gli emendamenti presentati della giunta non sono firmati. Chi ne è l’autore? Il presidente Pais ha risposto che sono firmati dall’assessore della sanità Mario Nieddu.
Sugli emendamenti sono intervenuti anche più volte: Francesco Agus (Progressisti), Michele Ciusa (M5S), Laura Caddeo (Progressisti), Piero Comandini (Pd), Giuseppe Meloni (Pd), Desirè Manca (M5S), Massimo Zedda (Progressisti), Maria Laura Orrù (Progressisti), Gian Franco Satta (Progressisti), Daniele Secondo Cocco (Leu), Diego Loi (Progressisti), Alessandro Solinas (M5S).
L’aula ha approvato l’articolo 1 “Principi e finalità generali”. Sull’emendamento aggiuntivo n. 802 (Agus e più) sulla riduzione dei tempi di attesa per le prestazioni sanitarie, su cui inizialmente c’era stato il parere contrario del relatore di maggioranza e della giunta, c’è stata da parte dei consiglieri della opposizione la richiesta unanime di votarlo essendo parte integrante della Riforma. Sono intervenuti, tra gli altri: Massimo Zedda (Progressisti), Maria Laura Orrù (Progressisti), Gian Franco Satta (Progressisti), Daniele Secondo Cocco (Leu), Diego Loi (Progressisti), Gianfranco Ganau (Pd), Desirè Manca (M5S) che ha ricordato i lunghi tempi delle liste di attesa. «Rispetto al 2014 – ha detto – i tempi si sono ulteriormente allungati. Per esempio, secondo i dati forniti dal Cup regionale per una mammografia nel 2014 bisognava aspettare 70 giorni, nel 2019 ben 165 giorni. Tempi lunghi anche per un elettrocardiogramma. Si è passati dai 44 giorni del 2014 agli 85 giorni del 2019.» La capogruppo del Movimento 5 stelle ha invocato un voto unanime. Franco Mula (Psd’az) ha detto che questo emendamento si sarebbe potuto votare e ha invitato l’assessore a prestare maggiore attenzione al territorio di Nuoro per la specialistica territoriale. Il Presidente della commissione Sanità Domenico Gallus ha presentato un emendamento orale al testo dell’emendamento 802 sulla riduzione dei tempi sulle liste d’attesa. Messo in votazione l’emendamento è stato approvato all’unanimità.
Sull’emendamento 68 (Ganau e più) sull’aggiunta delle parole “e potenziare” alla lettera d) dell’art. 1, su cui c’era il parere negativo di maggioranza e giunta, la consigliera Desirè Manca (M5S) ha detto che il potenziamento delle strutture sanitarie deve essere la priorità assoluta. Francesco Agus (Progressisti) ha ribadito alcune criticità della situazione sanitaria sarda come quella del Brotzu di Cagliari dove lavorano appena il 70% degli anestesisti previsti in organico. L’emendamento 68 è stato bocciato.
Sull’emendamento 765 (Oppi e più), su cui c’è il parere favorevole della commissione e della giunta, è intervenuto Domenico Gallus che ha chiesto di spostarlo all’articolo 45.
Questo emendamento inserisce nel testo della legge l’art. 1 bis e prevede: «I beni di proprietà dell’ATS e quelli assegnati alle AOU di proprietà delle soppresse ASL sono trasferiti in proprietà al patrimonio della Regione. Gli stessi beni, se utilizzati per fini istituzionali, sono assegnati ai singoli enti in comodato gratuito». Domenico Gallus ha chiesto anche 5 minuti di sospensione.
Alla ripresa l’Aula ha respinto gli emendamenti aggiuntivi n. 800 e 801.
L’Aula è quindi passata all’esame dell’art. 2 “Enti del Sistema sanitario”. Acquisiti i pareri di Commissione e Giunta sugli emendamenti, il presidente Pais ha aperto la discussione. Il consigliere Massimo Zedda (Progressisti) ha ricordato alla Giunta la scadenza dei termini dell’ordinanza sulle sale da ballo: «Da ieri i locali non possono più aprire. Dovete intervenire altrimenti saranno guai seri per i gestori». Sulla nuova articolazione degli enti del sistema sanitario Massimo Zedda è stato chiaro: «Siamo di fronte a una moltiplicazione degli enti. Questa riforma, che arriva a soli due anni di distanza da quella del centrosinistra, mette in fibrillazione il sistema. C’è bisogno di stabilità perché la riorganizzazione entri a regime. E’ la stessa situazione di Abbanoa».
Critica anche la consigliera Rossella Pinna (Pd) che richiamando i rilievi del Cal ha detto: «Il Consiglio delle autonomie locali, che rappresenta 367 comuni sardi, ha detto che questa riforma è poco coraggiosa e incisiva. Il Cal ha inoltre denunciato una cronica carenza di personale che ostacola la territorializzazione della sanità. Per non parlare della drammatica situazione delle le sedi disagiate. Servono misure eccezionali per dare risposte in tempi brevi. La governance da sola non è sufficiente per costruire un’organizzazione in grado di dare servizi efficienti. I comuni vi chiedono di fermarvi».
Per Francesco Agus l’art 2 è il vero cuore della legge: «La Riforma serve solo a far rinascere le vecchie aziende locali. L’Azienda unica non scompare, cambia solo il nome: da Ats ad Ares».
Il presidente Pais ha quindi messo in votazione gli emendamenti soppressivi nn. 145 e 178 che sono stati respinti. Bocciati anche gli emendamenti soppressivi parziali nn. 179 e 180.
Sull’emendamento soppressivo parziale n. 181 è intervenuto a favore il consigliere Massimo Zedda. L’emendamento è stato respinto. Disco rosso anche per il n. 182.
Ha quindi preso la parola il capogruppo dei progressisti Francesco Agus: «Arriva la notizia che non sarà firmata una nuova ordinanza sull’apertura delle discoteca, sembra invece che sulle sagre paesane si seguirà una linea più permissiva. Vorremmo avere maggiori chiarimenti da parte della Giunta». Sulla stessa linea il collega di partito Massimo Zedda: «Cosa accadrà alle aziende. C’è chi ha investito risorse e ora si troverà nell’impossibilità di operare. Sorgeranno feste non autorizzato in luoghi non sicuri».
Sugli emendamenti nn. 7 e 183 che chiedono la soppressione dell’Areus si è espresso a favore il consiglieri Michele Ciusa. L’emendamento è stato respinto con 29 no e 18 sì.
Sull’ordine dei lavori è intervenuto il capogruppo del Psd’Az Franco Mula: «I colleghi del centrosinistra scaricano sul presidente della Regione la responsabilità della chiusura delle discoteche. Si dimenticano però che esiste un decreto del governo nazionale che ha chiuso i locali notturni. Questa decisione è stata invocata da diversi sindaci della Sardegna. C’è allarme perché il virus non è sparito. A livello nazionale si è decisa la chiusura, in Sardegna si sta valutando. E’ troppo comodo accusare il presidente della Regione».
A Mula ha replicato il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus: «Nessuno accusa il presidente della Regione, chiediamo solo chiarimenti». Anche Massimo Zedda (Progressisti) ha ribadito: «Nessuno entra nel merito delle decisioni si chiede soltanto che queste siano ponderate dopo una interlocuzione con le autorità scientifiche, i prefetti e la protezione civile».
Si è poi passati all’esame dell’emendamento n. 184 che è stato bocciato. Disco rosso anche per gli emendamenti nn. 342, 567 e 568.
Sull’emendamento sostitutivo parziale n. 70 è intervenuto ancora Massimo Zedda per sostenere il mantenimento in vita dell’Ats come strumento di tutela della salute collettiva». A favore anche i consiglieri Progressisti Maria Laura Orrù e Diego Loi (Progressisti). Messo in votazione l’emendamento n.70 è stato respinto.
Si è poi passati all’esame dell’emendamento aggiuntivo n. 566 che è stato bocciato per alzata di mano. Respinto con voto elettronico anche l’emendamento n. 71 sul quale sono intervenuti a favore il consigliere Francesco Agus (Progressisti), Piero Comandini (Pd). Respinto anche l’emendamento n. 351.
L’Aula ha quindi approvato il testo dell’articolo 2. Si è poi passati all’esame dell’emendamento aggiuntivo n.6 presentato dal gruppo Cinque Stelle che proponeva l’istituzione del Comitato unico regionale finalizzato a garantire l’efficienza del sistema sanitario regionale. A favore si sono espressi i consiglieri Michele Ciusa (M5S), Maria Laura Orrù (Progressisti). Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha annunciato la presentazione di un ordine del giorno sulla nuova situazione di emergenza sanitaria che ha determinato la mancata reiterazione dell’ordinanza sulle discoteche: «Auspico che l’Aula possa dare un input forte al presidente per prendere una decisione ponderata». Della necessità di una nuova ordinanza sui locali notturni ed alle discoteche ha parlato anche il capogruppo di Forza Italia Angelo Cocciu: «Ci sono molti imprenditori che hanno investito risorse. Le attività in questione generano economia».
Ha quindi preso la parola il presidente Christian Solinas. «L’agenzia di stampa sulla chiusura delle discoteche è destituita di fondamento. La Giunta non ha mai detto di volerle chiudere. L’unica certezza è che esiste un Dpcm che chiude le discoteche e lascia alle Regione la possibilità di prendere decisioni diverse. La Regione, anche alla luce di ciò che è successo a Carloforte con nuovi contagi partiti da un locale notturno, sta facendo valutazioni tecniche e scientifiche per capire come arrivare a una sintesi. Tutti gli organi competenti sono coinvolti. Ogni parola in più, in questo momento, potrebbe essere foriera di indecisione, dubbi e incertezze».
Il capogruppo Francesco Agus (Progressisti) ha ringraziato il presidente Christian Solinas per il chiarimento e lo ha invitato a fornire in futuro informazioni puntuali al Consiglio regionale sulla situazione sanitaria. Sul punto è intervenuto anche Massimo Zedda: «Occorre trovare risorse per sostenere le attività che saranno costrette a chiudere. Se non saranno riaperte le discoteche sorgerà anche un problema di sicurezza perché è possibile che si organizzino feste e ritrovi non autorizzati in luoghi non sicuri».
Il capogruppo di Leu Daniele Secondo Cocco, dopo aver espresso apprezzamento per l’intervento del presidente della Regione, ha invocato buon senso: «E’ una situazione delicata, c’è un comitato tecnico scientifico. Bisogna capire se ha la nostra fiducia. E’ importante che le valutazioni vengano fatte su dati oggettivi. Al primo posto c’è la salute dei cittadini. Ma altrettanto importanti sono gli sforzi fatti dalle imprese per ripartire dopo il lockdown». Buon senso ha invocato anche Giuseppe Meloni (Pd): «Si possono anche riaprire i locali ma bisogna evitare i pericolosi assembramenti a cui assistiamo in questi giorni».
Il consigliere dei Cinque Stelle Michele Ciusa ha quindi annunciato il ritiro dell’emendamento n. 6.