La giornata di domani (giovedì 13) si apre alle 11.00, all’ombra della pineta di Sant’Anna, sul litorale di Budoni, con Bebo Ferra, reduce dalla sua esibizione di martedì con il Devil Quartet di Paolo Fresu, e da quella in solo a Olbia di mercoledì, che questa volta si presenta alla guida del suo Organ Trio: una formazione nata sulla scia dell’album dalle venature psichedeliche e visionarie “Specs People”, uscito nel 2016 per l’etichetta Tǔk Music, in cui ora il chitarrista sardo ha infuso una vena più elettrica, pur mantenendo la cantabilità e l’interesse per la poliritmia tipiche delle sue composizioni. Con lui Gianluca Di Ienno all’organo Hammond e Nicola Angelucci alla batteria, due tra i musicisti più apprezzati dell’attuale panorama musicale. Attivo da metà anni ’80, Ferra conta numerosissime collaborazioni con esponenti di spicco del jazz italiano ed internazionale tra cui Enrico Rava, Enrico Pieranunzi, Steve Grossmann, Maria Pia de Vito, Billy Cobham, Rita Marcotulli, Gianluigi Trovesi, Antonello Salis, Paul Mc Candless, Paolo Damiani e Franco D’Andrea, solo per citarne alcuni.
Time in Jazz viaggia sulla costa nord orientale, spostandosi nel pomeriggio (ore 18) a Loiri Porto San Paolo, in Piazza Tavolara, per un duo tutto salentino: al sax Raffaele Casarano, classe 1981, considerato tra i più talentuosi e noti interpreti della “New Jazz Generation” italiana, insieme al contrabbassista e compositore Marco Bardoscia, classe 1982, compagno di musica di Casarano fin dagli esordi, con all’attivo numerose collaborazioni, tra cui quelle con Paolo Fresu, Gianluca Petrella, Ernst Reijseger, Perico Sambeat, Luca Aquino. In questa occasione i due si trovano a rivisitare un repertorio tratto da “Oltremare” quarto album del sassofonista pugliese (Tǔk Music, 2018), in cui la ricerca musicale spazia dalle radici del gospel africano, alla soul music, all’hip hop, liberando la musica come un antidoto ai nostri tempi turbolenti, un inno alla libertà e all’umanità.
Di rientro a Berchidda, l’atmosfera viene riscaldata dalla parata per le strade del paese della Funky Jazz Orchestra, prima del concerto sul palco centrale in Piazza del Popolo, dove i riflettori si accendono, alle 21.30, per accogliere Cristina Zavalloni alla testa del suo quartetto “Special Dish”, con Cristiano Arcelli al sax alto, Daniele Mencarelli al basso elettrico ed Alessandro Paternesi alla batteria; voce eclettica e capace di muoversi in mondi apparentemente diversi tra loro, la cantante e compositrice bolognese, figlia d’arte, porta in scena musiche tratte dal suo più recente album, “Special Moon” (Encora Jazz, 2017): un’opera dedicata alla Luna, astro femminile per eccellenza, da sempre ispiratrice di liriche e canzoni, con un repertorio eterogeneo, che, in chiave riarrangiata, spazia da brani noti, come “Fly me to the moon”, “Tintarella di luna“, “Au clair de la lune”, “Blue Moon” a tesori nascosti come il brano in griko salentino “Orrio tto fengo”.
Spenti i riflettori del palco centrale, dalla mezzanotte la musica continua nella “piazzetta di legno” con “Time After Time”, il dopoconcerto a cura di Giovanni Gaias: ospite della sua band, stavolta sarà Paulinho, musicista sardo-brasiliano, fino al 2014 vocalist nella band reggae isolana Train to Roots, che porterà in scena sonorità legate alla black music degli anni Settanta e alla Motown.