La Sardegna procede spedita verso il riconoscimento del marchio Igp per il porcetto sardo.
«Il riconoscimento sarà sicuramente un enorme successo per la nostra isola – ha spiegato il presidente del comitato, Giorgio Demurtas -. In particolare per la forza che rappresentano le carni fresce a marchio in Italia e, soprattutto, in Sardegna.»
«In Italia ci sono sei marchi igp e dop riconosciuti per le carni fresche. Con un valore totale di 114 milioni di euro alla produzione – ha spiegato il direttore del Contas Alessandro Mazzette e componente del direttivo di Origin Italia, l’associazione che raggruppa i consorzi a marchio d’Italia -. Con il Consorzio di tutela dell’Agnello che ha avuto un impatto regionale nel 2023 di 49 milioni di euro, possiamo sicuramente testimoniare l’importanza di fare rete, parlare con un’unica voce per la tutela di questa eccellenza.»
«Attualmente abbiamo in Sardegna oltre 11mila allevamenti di suini – ha spiegato Gianni Battacone, docente dell’Università di Sassari – con quasi 162mila capi, e 60mila scrofe, con circa 195 mila lattonzoli a ottobre 2024. Si parte quindi da questa base con l’obiettivo di tutelarla e aprire a nuovi mercati. L’obiettivo è crescere con i numeri e far crescere sempre di più il comparto.»
Franciscu Sedda, docente dell’Università di Sassari ha esposto storia e riferimenti culturali di un elemento presente nelle tavole dei sardi dai tempi antichi. Una relazione fondamentale ai fini del riconoscimento perché ne perimetra meglio l’ambito storico e geografico.
«Oggi si perfeziona un percorso – ha commentato l’assessore regionale Gianfranco Satta – che ci porterà alla presentazione della domanda per la quale assicuro il massimo impegno. Le fasi di riconoscimento sono diverse e a vari livelli, ma siamo qua per dare il nostro aiuto anche dopo il riconoscimento.»
Antonio Caria