Uilcom Sardegna e Slc Cgil organizzano per domani 16 gennaio 2025 dalle 15, a Sassari sotto i locali della Fondazione Banco di Sardegna, un’assemblea/presidio dei lavoratori de “La Nuova Sardegna” in seguito alle ultime vicende relative alla proprietà del quotidiano regionale. La SAE Sardegna S.p.A., società proprietaria del giornale, ha infatti proceduto, nonostante la contrarietà delle organizzazioni sindacali, al trasferimento di ramo d’azienda presso una nuova società precostituita, la SAE servizi srl con capitale sociale di 10.000 euro.
«A tutt’oggi – spiegano Antonello Marongiu, segretario generale della Slc Cgil e Tonino Ortega, segretario generale della Uilcom Sardegna – non è stato presentato un piano editoriale e non è stato fornito nessun chiarimento sulle future attività delle maestranze, ragion per cui mancano le condizioni primarie necessarie per il trasferimento di ramo, soprattutto in considerazione del fatto che nella nuova azienda dovranno confluire in futuro altri 35 lavoratori della testata Il Tirreno di Livorno (sempre facente parte del gruppo SAE).»
«Abbiamo già sollevato dei dubbi sull’utilità e la stessa finalità dell’operazione e le lavoratrici ed i lavoratori manifestano una fortissima preoccupazione in ordine al proprio futuro occupazionale ed alle sorti di un importantissimo presidio democratico che rappresenta il pluralismo dell’informazione nella nostra regione – proseguono i sindacalisti -. Ricordiamo che l’ultima riduzione di personale risale a pochi mesi fa, con la dismissione del centro stampa e la commessa ceduta all’Unione Sarda, che ha visto la fuoriuscita di 13 lavoratori, ed ha fatto seguito ad una ristrutturazione precedente, che auspicavamo risolutiva, nel settembre del 2023.»
Nonostante l’incontro del 19 dicembre scorso con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alberto Barachini abbia portato una boccata di ossigeno alla vertenza aperta a Livorno, sulla riorganizzazione della SAE e sulle sorti della Nuova il futuro è ancora nebuloso, e non scema la preoccupazione per l’ennesimo spacchettamento del perimetro occupazionale de La Nuova Sardegna, con i lavoratori che confluirebbero nel medesimo “contenitore” in cui sono stati “per il momento” collocati i lavoratori toscani.
«Visti i mancati chiarimenti dei rappresentanti di SAE, abbiamo chiesto delle risposte agli azionisti sardi di questo gruppo editoriale, che nel 2022 con il loro ingresso hanno creduto fortemente nella florida realtà de La Nuova Sardegna – concludono Tonino Ortega e Antonello Marongiu -. Preso atto del ritardo nella risposta, d’intesa con i lavoratori de “La Nuova Sardegna”, si è convocata un’assemblea/presidio per confrontarci e comprendere i margini di intervento per la salvaguardia della pluralità dell’informazione e dei posti di lavoro in un territorio già messo a dura prova dalle tante crisi industriali e del tessuto produttivo.»