Debutterà sabato 22 agosto alle 21.30, nell’anfiteatro comunale di Galtellì, lo spettacolo teatrale dal titolo “Andando via. Omaggio a Grazia Deledda”, ideato all’interno dell’omonimo progetto per celebrare Maria Lai e la scrittrice Premio Nobel.
Grazie alla sceneggiatura di Neria De Giovanni e alla regia di Giuditta Sireus, Cosima, Olì, Maria Noina, La Madre, Annesa, Marianna Sirca e le dame Pintor daranno vita ad un evento unico che ha come obiettivo, quello di celebrare le donne.
Sul saliranno palcoscenico Maria Loi, Manuela Ragusa, Maria Grazia Bodio, Isella Orchis, Gisella Vacca, Monica Zuncheddu, Miana Merisi, Carla Orrù e Rita Atzeri, Al centro del racconto è anche il portale con la geografia astrale, che nell’opera originale apre lo sguardo dello spettatore agli undici pilastri in cemento armato, che sarà interpretato dalla performer Claudia Tronci.
La colonna sonora sarà curata da Luca Pincini ed eseguita da Gilda Buttà, Raoul Moretti, Gavino Murgia e dallo stesso Pincini, mentre gli abiti di scena, interamente fatti a mano, sono stati creati dalla Sartoria Sorelle Podda, e gli scialli dall’atelier Inveloveritas.
Grazie alla sceneggiatura di Neria De Giovanni e alla regia di Giuditta Sireus, Cosima, Olì, Maria Noina, La Madre, Annesa, Marianna Sirca e le dame Pintor daranno vita ad un evento unico che ha come obiettivo, quello di celebrare le donne.
Sul saliranno palcoscenico Maria Loi, Manuela Ragusa, Maria Grazia Bodio, Isella Orchis, Gisella Vacca, Monica Zuncheddu, Miana Merisi, Carla Orrù e Rita Atzeri, Al centro del racconto è anche il portale con la geografia astrale, che nell’opera originale apre lo sguardo dello spettatore agli undici pilastri in cemento armato, che sarà interpretato dalla performer Claudia Tronci.
La colonna sonora sarà curata da Luca Pincini ed eseguita da Gilda Buttà, Raoul Moretti, Gavino Murgia e dallo stesso Pincini, mentre gli abiti di scena, interamente fatti a mano, sono stati creati dalla Sartoria Sorelle Podda, e gli scialli dall’atelier Inveloveritas.
Antonio Caria
Foto di Alessandro Graffi