I consiglieri regionali del Partito democratico, primo firmatario Cesare Moriconi, hanno presentato una proposta di legge sulla “disciplina per l’accesso al Lavoro agile per il personale del ruolo unico dell’Amministrazione regionale e del Sistema degli enti locali della Sardegna”.
«L’obiettivo – spiegano gli esponenti del Partito democratico – è di ripensare l’organizzazione e l’esperienza lavorativa ricercando la massima convergenza tra obiettivi personali e professionali del lavoratore e quelli dell’amministrazione di appartenenza. La proposta di legge muove dalla necessità di adottare un’adeguata cornice normativa che favorisca e regolamenti l’utilizzo delle tecnologie digitali nell’apparato pubblico regionale, evitando distorsioni o cattivo utilizzo di questo strumento innovativo. Ciò per evitare che un uso non regolamentato possa degenerare in uno strumento per favorire lunghi periodi di inattività e inerzia da parte dei dipendenti pagati dagli enti locali senza lavorare.»
Per Cesare Moriconi «il fine è quello di dotare la Regione di uno strumento adeguato ai processi di ammodernamento dell’apparato funzionale amministrativo, in una nuova visione del rapporto di lavoro che regoli le prestazioni dei propri dipendenti non più sul vetusto controllo della presenza nel posto di lavoro, ma sul controllo del conseguimento degli obiettivi prefissati e assegnati ai singoli operatori».
Per i consiglieri del Partito Democratico «la proposta di legge va incontro alla necessità di formare un quadro regolatorio basato sull’introduzione di una disciplina regionale che eviti le criticità e le negatività di un uso indiscriminato per il lavoro agile al fine di dissipare il dubbio legato all’assenza del lavoratore dal posto di lavoro intesa come una vacanza.»
«La macchina amministrativa regionale – aggiunge Cesare Moriconi -, pur con tutte le difficoltà del caso, in quanto manca appunto una regolamentazione del lavoro agile, ha potuto continuare a funzionare in pieno lock-down grazie all’utilizzo diffuso della tecnologia digitale col lavoro da remoto.»
I consiglieri del Partito democratico evidenziano il fatto che «non si tratta di un provvedimento che investe universalmente tutti i dipendenti regionali. Si procede infatti con un contingentamento su base annuale delle autorizzazioni a svolgere la prestazione in modalità di lavoro agile, con alcune categorie di lavoratori che sono ammessi alla modalità di lavoro agile in forza di particolari ragioni professionali idonee allo svolgimento di mansioni di lavoro demateralizzato, tipiche del lavoro agile, che ne indirizzano la scelta».
«L’obiettivo – spiegano gli esponenti del Partito democratico – è di ripensare l’organizzazione e l’esperienza lavorativa ricercando la massima convergenza tra obiettivi personali e professionali del lavoratore e quelli dell’amministrazione di appartenenza. La proposta di legge muove dalla necessità di adottare un’adeguata cornice normativa che favorisca e regolamenti l’utilizzo delle tecnologie digitali nell’apparato pubblico regionale, evitando distorsioni o cattivo utilizzo di questo strumento innovativo. Ciò per evitare che un uso non regolamentato possa degenerare in uno strumento per favorire lunghi periodi di inattività e inerzia da parte dei dipendenti pagati dagli enti locali senza lavorare.»
Per Cesare Moriconi «il fine è quello di dotare la Regione di uno strumento adeguato ai processi di ammodernamento dell’apparato funzionale amministrativo, in una nuova visione del rapporto di lavoro che regoli le prestazioni dei propri dipendenti non più sul vetusto controllo della presenza nel posto di lavoro, ma sul controllo del conseguimento degli obiettivi prefissati e assegnati ai singoli operatori».
Per i consiglieri del Partito Democratico «la proposta di legge va incontro alla necessità di formare un quadro regolatorio basato sull’introduzione di una disciplina regionale che eviti le criticità e le negatività di un uso indiscriminato per il lavoro agile al fine di dissipare il dubbio legato all’assenza del lavoratore dal posto di lavoro intesa come una vacanza.»
«La macchina amministrativa regionale – aggiunge Cesare Moriconi -, pur con tutte le difficoltà del caso, in quanto manca appunto una regolamentazione del lavoro agile, ha potuto continuare a funzionare in pieno lock-down grazie all’utilizzo diffuso della tecnologia digitale col lavoro da remoto.»
I consiglieri del Partito democratico evidenziano il fatto che «non si tratta di un provvedimento che investe universalmente tutti i dipendenti regionali. Si procede infatti con un contingentamento su base annuale delle autorizzazioni a svolgere la prestazione in modalità di lavoro agile, con alcune categorie di lavoratori che sono ammessi alla modalità di lavoro agile in forza di particolari ragioni professionali idonee allo svolgimento di mansioni di lavoro demateralizzato, tipiche del lavoro agile, che ne indirizzano la scelta».
Antonio Caria