Una boccata d’ossigeno per i gestori delle piscine: grazie a un emendamento presentato dal Partito Sardo d’Azione, primo firmatario Piero Maieli, i gestori delle piscine riceveranno un contributo straordinario di 750mila euro.
A questi si aggiungono 300mila euro, già previsti dalla Legge finanziaria del 2019 approvata dal precedente esecutivo, e miranti ad abbattere i costi dell’acqua.
I destinatari saranno le società affiliate a Fin (Federazione Italiana Nuoto), Finp (Federazione Italiana Nuoto Paralimpico) e Fisdir (Federazione Italiana Sport paralimpici degli Intellettivo Relazionali) che gestiscono in maniera diretta, o con spazi in esclusiva, gli impianti natatori.
«Apprendere che la Sardegna sia un esempio per tutta l’Italia sportiva – rimarca il presidente Fin Sardegna e delegato Finp, Danilo Russu – rende orgogliosi spronandoci a lavorare perché il nuoto venga visto non solo come sport ma anche come strumento di prevenzione. Le società affiliate alle federazioni investono nel loro settore e nella divulgazione delle nostre discipline; di conseguenza il sostegno al settore agonistico richiede un enorme sforzo economico. Gli effetti della pandemia hanno messo a dura prova le riaperture degli impianti ed alcune società non hanno ancora ripreso l’attività con il rischio che una generazione di agonisti abbandoni definitivamente. I contributi della Regione Sardegna rappresentano un poderoso aiuto per la ripartenza e ringrazio sia i suoi rappresentanti istituzionali, sia le società che, formando il gruppo, hanno dato un comune segnale di intenti che al giorno d’oggi raramente incontra delle analogie.»
«A nome dei centoventi lavoratori che animano il nostro sodalizio, unitamente alle oltre quattromila persone tra associati e frequentatori dei nostri impianti – ha aggiunto Amedeo Anedda, presidente della società Acquasport Cagliari che gestisce quattro piscine pubbliche – ringrazio la Regione Sardegna che ci è venuta provvidenzialmente incontro. In caso contrario sarebbe stata chiusura certa perché da parte del Governo nazionale non abbiamo ricevuto aiuti. La nostra attività non è a fini di lucro e il futuro era fortemente a rischio, in quanto i costi di gestione, come è noto, sono i più alti da sostenere se si comparano con quelli di tutti gli altri impianti sportivi.»
«Ringrazio anche la Fin e tutto il gruppo “Uniti… Fin da Sempre” – ha aggiunto Amedeo Anedda – coeso e sicuro di sé verso il superamento di questo terribile momento e nel chiedere l’intervento della Regione Sarda, che si è concretato in un provvedimento tanto atteso dai gestori delle piscine.»
Per il tecnico/dirigente della società Green Alghero, Lorenzo Zicconi: «Dopo l’iniziale scoramento, alleviato dall’entusiasmo e dalla competenza del nostro presidente con cui ci siamo confrontati quotidianamente in video conferenza, che opera anche in qualità di coordinatore regionale del salvamento didattico – abbiamo deciso di non mollare. Merito anche di due fattori come la passione comune e i valori sociali che in tanti anni sono stati costruiti e divulgati con il contributo dell’intero movimento. Grazie a questo atteggiamento non è mai tramontata la consapevolezza di dover riaprire i nostri impianti ad ogni costo per continuare a trasmettere sia un obiettivo didattico, sia un incentivo per la popolazione che desidera raggiungere il benessere psicofisico. Soddisfatti per la comprensione mostrata efficacemente dalle istituzioni siamo pronti a vincere una nuova sfida».
«Chi dimostra di avere fondamenta stabili nel tempo e solidità economiche – ha dichiarato Piero Maieli – può riscattare l’impianto grazie alla partnership della Regione. I problemi scaturiti dalla gestione degli spazi riservati alle pratiche natatorie sono sotto gli occhi di tutti e peraltro condivisi. Con la quarantena è stato uno dei primissimi settori a dover chiudere i battenti. Non nascondo che per far valere le nostre tesi abbiamo dovuto mediare “a Palazzo” attraverso dei costruttivi tira e molla. Lo ritengo un atto dovuto, non cerco una medaglia al merito. Mi interessa fare giustizia perché con le piscine in funzione si dà lavoro, si offre un servizio pubblico dove anche gli anziani trovano il giusto equilibrio per dare tonicità al proprio fisico, anche in chiave riabilitativa. I giovani, inoltre, hanno l’opportunità di impegnarsi mentalmente perché il nuoto è una lotta con te stesso frutto anche di intensa concentrazione.»
A questi si aggiungono 300mila euro, già previsti dalla Legge finanziaria del 2019 approvata dal precedente esecutivo, e miranti ad abbattere i costi dell’acqua.
I destinatari saranno le società affiliate a Fin (Federazione Italiana Nuoto), Finp (Federazione Italiana Nuoto Paralimpico) e Fisdir (Federazione Italiana Sport paralimpici degli Intellettivo Relazionali) che gestiscono in maniera diretta, o con spazi in esclusiva, gli impianti natatori.
«Apprendere che la Sardegna sia un esempio per tutta l’Italia sportiva – rimarca il presidente Fin Sardegna e delegato Finp, Danilo Russu – rende orgogliosi spronandoci a lavorare perché il nuoto venga visto non solo come sport ma anche come strumento di prevenzione. Le società affiliate alle federazioni investono nel loro settore e nella divulgazione delle nostre discipline; di conseguenza il sostegno al settore agonistico richiede un enorme sforzo economico. Gli effetti della pandemia hanno messo a dura prova le riaperture degli impianti ed alcune società non hanno ancora ripreso l’attività con il rischio che una generazione di agonisti abbandoni definitivamente. I contributi della Regione Sardegna rappresentano un poderoso aiuto per la ripartenza e ringrazio sia i suoi rappresentanti istituzionali, sia le società che, formando il gruppo, hanno dato un comune segnale di intenti che al giorno d’oggi raramente incontra delle analogie.»
«A nome dei centoventi lavoratori che animano il nostro sodalizio, unitamente alle oltre quattromila persone tra associati e frequentatori dei nostri impianti – ha aggiunto Amedeo Anedda, presidente della società Acquasport Cagliari che gestisce quattro piscine pubbliche – ringrazio la Regione Sardegna che ci è venuta provvidenzialmente incontro. In caso contrario sarebbe stata chiusura certa perché da parte del Governo nazionale non abbiamo ricevuto aiuti. La nostra attività non è a fini di lucro e il futuro era fortemente a rischio, in quanto i costi di gestione, come è noto, sono i più alti da sostenere se si comparano con quelli di tutti gli altri impianti sportivi.»
«Ringrazio anche la Fin e tutto il gruppo “Uniti… Fin da Sempre” – ha aggiunto Amedeo Anedda – coeso e sicuro di sé verso il superamento di questo terribile momento e nel chiedere l’intervento della Regione Sarda, che si è concretato in un provvedimento tanto atteso dai gestori delle piscine.»
Per il tecnico/dirigente della società Green Alghero, Lorenzo Zicconi: «Dopo l’iniziale scoramento, alleviato dall’entusiasmo e dalla competenza del nostro presidente con cui ci siamo confrontati quotidianamente in video conferenza, che opera anche in qualità di coordinatore regionale del salvamento didattico – abbiamo deciso di non mollare. Merito anche di due fattori come la passione comune e i valori sociali che in tanti anni sono stati costruiti e divulgati con il contributo dell’intero movimento. Grazie a questo atteggiamento non è mai tramontata la consapevolezza di dover riaprire i nostri impianti ad ogni costo per continuare a trasmettere sia un obiettivo didattico, sia un incentivo per la popolazione che desidera raggiungere il benessere psicofisico. Soddisfatti per la comprensione mostrata efficacemente dalle istituzioni siamo pronti a vincere una nuova sfida».
«Chi dimostra di avere fondamenta stabili nel tempo e solidità economiche – ha dichiarato Piero Maieli – può riscattare l’impianto grazie alla partnership della Regione. I problemi scaturiti dalla gestione degli spazi riservati alle pratiche natatorie sono sotto gli occhi di tutti e peraltro condivisi. Con la quarantena è stato uno dei primissimi settori a dover chiudere i battenti. Non nascondo che per far valere le nostre tesi abbiamo dovuto mediare “a Palazzo” attraverso dei costruttivi tira e molla. Lo ritengo un atto dovuto, non cerco una medaglia al merito. Mi interessa fare giustizia perché con le piscine in funzione si dà lavoro, si offre un servizio pubblico dove anche gli anziani trovano il giusto equilibrio per dare tonicità al proprio fisico, anche in chiave riabilitativa. I giovani, inoltre, hanno l’opportunità di impegnarsi mentalmente perché il nuoto è una lotta con te stesso frutto anche di intensa concentrazione.»