«La Sardegna possiede un immenso patrimonio materiale ed immateriale identitario, risorsa indispensabile per la valorizzazione e la promozione dell’immagine dell’Isola nello scenario nazionale e internazionale. I ‘grandi eventi identitari’, religiosi e laici, possono diventare uno straordinario volano economico per i territori e un rilancio per l’immagine unitaria della Sardegna.»
Lo ha detto il presidente della Giunta regionale, Christian Solinas, commentando l’istituzione del Registro dei ‘Grandi eventi identitari’, al quale sono state già iscritte le prime dieci manifestazioni, individuate per antica tradizione, diffusione territoriale, reputazione internazionale e presenze turistiche: Festa di Sant’Efisio a Cagliari; Festa di San Francesco a Lula; Festa del Redentore a Nuoro; Festa di Sant’Antioco Martire, patrono di Sardegna; Cavalcata Sarda e Candelieri a Sassari; Festa di San Simplicio ad Olbia; Festa di San Costantino-Ardia a Sedilo; Sartiglia ad Oristano; San Salvatore di Sinis, Corsa degli scalzi a Cabras.
«Le grandi feste del popolo sardo che affascinano il mondo», ha sottolineato il presidente Christian Solinas.
«Un apposito registro – ha spiegato l’assessore regionale del Turismo, Gianni Chessa – istituito per riconoscere la valenza turistica di eventi che ogni anno vengono realizzati in Sardegna, e che rappresentano importanti occasioni di offerta del territorio. Ha l’obiettivo di incrementare l’offerta turistica sarda, destagionalizzare e diversificare i flussi turistici e diventare un fattore di crescita dell’economia isolana, con particolare riferimento ai comparti non solo del turismo, ma anche dell’artigianato e del commercio. In materia di promozione delle grandi manifestazioni turistiche dobbiamo operare con una pianificazione strategica che consenta di promuovere la Sardegna in modo coordinato e unitario, creando la filiera del turismo dei ‘Grandi eventi identitari’, prodotto indispensabile per intercettare ulteriori target turistici. Tutti i soggetti pubblici coinvolti devono arrivare all’identificazione di un ‘prodotto turistico’ strutturato e competitivo, capace di richiamare visitatori, generare e ridistribuire reddito e occupazione sul territorio, valorizzare l’offerta turistico-culturale, naturalistica, archeologica, enogastronomica e artigianale, dei riti e delle tradizioni, del turismo-religioso, riqualificare i territori con il turismo esperienziale, anche attraverso la valorizzazione dei ‘mestieri tipici’. Le sue potenzialità sono rilevanti, ma presentano ancora ampi margini di crescita.»
Inoltre, è stato pubblicato l’avviso pubblico per presentare la domanda di iscrizione al Registro: «I Comuni, in forma singola o associata, possono chiedere il riconoscimento della ‘valenza turistica’ per i loro eventi, che dovranno possedere caratteristiche di storicità, non inferiore ai 100 anni, la partecipazione di una pluralità di soggetti espressione della tradizione isolana e una certa notorietà e popolarità», ha concluso l’assessore regionale del Turismo.