Sul palcoscenico due danzatrici tra decine di specchi come il duplice aspetto di una personalità complessa, di cui sono riflesse verso il pubblico le mille sfaccettature. È l’animo profondo e conflittuale di Grazia Deledda, messo a nudo martedì sera (8 settembre) in piazza Moretti a Sassari dallo spettacolo “Riflessi” ideato e diretto da Livia Lepri, magistralmente interpretato dalle danzatrici della compagnia Estemporada per emozionare il pubblico di Sassari-Estate.
A dominare la scena, da un lato l’aspetto più formale e apparente, dall’altro il temperamento più vero, intimo e segreto di un’icona femminile tra le più rappresentative dell’isola. Nessun commento alle opere e al pensiero, solo alla vita e ai sentimenti.
La voce originale della scrittrice nuorese intervistata dall’Istituto Luce dopo la conquista del Nobel è stato solo il primo tassello di un’opera frutto di un’articolata ricerca d’archivio, in cui numerosi commenti di personaggi dell’epoca fanno da contraltare sonoro alle movenze della composizione coreutica.
Tra i vari momenti si evince, quasi a manifesto, il desiderio di una sessualità libera. Un desiderio a tratti represso e per questo forse più agognato, profondamente influenzato negli anni giovanili dalla formazione e dall’educazione religiosa, rappresentata in modo simbolico dai tredici specchi sullo sfondo scenografico.
E proprio agli specchi, trentanove in totale, è stato riservato un posizionamento accuratissimo. In tal modo ogni postazione tra il pubblico ha goduto di una visuale eterogenea, e quindi di riflessi differenti, così che ogni singolo spettatore potesse percepire uno spettacolo in qualche modo diverso.
La performance è stata impreziosita da originali elementi coreografici, nel tentativo di evidenziare i pensieri ricorrenti di un indomito spirito libero, di una donna che trova nella penna la forza di uscire dal proprio mondo, per crescere, andare avanti ed esprimere il suo essere.
Grazie a un disegno-luci di grande effetto si è prodotta un’atmosfera morbida ed emozionale, che ha dato ai presenti l’illusione d’immergersi in una dimensione fuori dal tempo, per ridestarsi a fine serata concedendo un lungo applauso.