Autotrasportatori sardi a confronto nell’Assemblea di categoria CNA FITA, sabato 11 gennaio a Tramatza presso l’Hotel L’Anfora, insieme ai vertici regionali (Francesco Pinna e Valentina Codonesu) e al responsabile nazionale (Mauro Concezzi) dell’Unione di trasporto CNA. All’ordine del giorno il caldissimo tema dell’incremento dei noli marittimi e della continuità territoriale delle merci in Sardegna, insieme ad un approfondimento sulla Legge di Bilancio nazionale 2020 con le misure che interessano l’Autotrasporto, e le ultime convenzioni commerciali messe in campo da Cna Sardegna per agevolare le imprese, con IVECO ed ESSO.
Mentre si attende che, la settimana prossima, venga riconvocato a Roma il Tavolo avviato lo scorso 7 gennaio con il ministro dei Trasporti Paola De Micheli per varare interventi urgenti che possano scongiurare il default delle piccole imprese di autotrasporto isolane, le compagnie di navigazione hanno iniziato ad applicare i nuovi incrementi tariffari del 25-30% (che diventa addirittura un aumento del 60% nel biennio 2018-2020 per via dell’ulteriore rincaro del 30% già operato nel 2019 dalle stesse compagnie marittime).
Lo scorso 10 dicembre 2019 la CNA FITA Sardegna aveva denunciato il caro traghetti green, la scelta unanime degli armatori di ribaltare all’utenza che trasporta merci una media di 250€ + iva per un autocarro o un semirimorchio in andata e ritorno dalla Sardegna, la penalizzazione economica da decine a centinaia di migliaia di euro ad operatore, e quindi di milioni di euro per l’intero comparto Autotrasporto.
Un salasso che rischia concretamente di cancellare molte delle 2275 piccole aziende artigiane di Autotrasporto (che rappresentano il 73,48% delle 3096 aziende attive al 31 dicembre 2019).
«I sovraccosti generati dagli obblighi ambientali del Regolamento IMO 2020 non possono gravare prevalentemente su un’unica categoria – evidenzia Valentina Codonesu, responsabile regionale CNA FITA Sardegna -. In questa occasione la storica debolezza dell’impresa di autotrasporto nell’intera filiera della logistica, soprattutto con la Committenza, si ripropone in tutta la sua fragilità. Molte aziende hanno già comunicato agli autotrasportatori che a causa della difficile situazione congiunturale dell’industria, cui si aggiunge la forte concorrenza da parte di produttori stranieri che beneficiano di condizioni di trasporto più vantaggiose di quelle italiane e sarde, per l’anno 2020 non riconosceranno loro nessun aumento tariffario. C’è dunque una fetta di operatori che non riuscirà a sua volta a farsi riconoscere i sovraccosti che dovrebbe sostenere per il caro traghetti green, e sono quelli che più di tutti manifestano per disperazione l’intenzione di fermare i propri servizi subito, dato che nel giro di pochi mesi saranno costretti a farlo – così dichiarano – perché impossibilitati a portare avanti l’attività causa costi di esercizio e livello di tassazione insostenibili.»
L’aumento dei costi del trasporto marittimo rischia dunque di cancellare molte delle piccole aziende di autotrasporto, non solo per l’incapacità di assorbire il sovraccosto del nolo marittimo con la Committenza, ma perché in questo contesto non reggeranno a lungo né il confronto con le aziende più strutturate e da sempre privilegiate negli imbarchi marittimi, né la competizione sul mercato con i pari competitors meno lungimiranti e più disperati, che potrebbero sciaguratamente riporre in un proprio ribasso tariffario l’ultima chance di sopravvivenza nel mercato, distruggendo il poco che già resta del proprio margine e di quello altrui.
«Il quadro di riferimento è molto complesso e non attiene un ambito geografico locale ma addirittura mondiale, incidendo non solo sull’Autotrasporto ma sull’intera economia isolana – aggiunge Franco Pinna, presidente regionale Cna Fita -. Abbiamo chiesto al ministro Paola De Micheli soluzioni immediate e compensative in favore dell’Autotrasporto per scongiurare il tracollo delle piccole imprese che stanno subendo direttamente gli effetti dei rincari marittimi. E certezze sulla continuità territoriale marittima e la pubblicazione del nuovo bando. Anche se è sempre più evidente che la partita debba essere giocata in uno sforzo collettivo e unitario, sia delle Associazioni che della Politica locale e del Governo, verso il riconoscimento dell’insularità e delle particolari condizioni della Sardegna all’interno dell’Unione Europea, che permettano di colmare deficit infrastrutturali ed economici altrimenti inarrivabili.»
Al centro del dibattito anche le novità introdotte con la Legge di bilancio 2020: dai rimborsi accise per gli Euro 3 ed Euro 4, che gradualmente andranno a esaurirsi nel 2020 e 2021, le sterilizzazioni degli incrementi IVA, il credito di imposta per acquisto di beni strumentali, il rifinanziamento della Legge Sabatini e gli stanziamenti per acquisto e rinnovo del parco veicolare, anche mediante rottamazione.
E infine le opportunità commerciali messe in campo dalla CNA Sardegna con partners di eccellenza, come IVECO per la scontistica su mezzi professional e pesanti ed ESSO per gli sconti su gasolio con le carte carburante.
«La Confederazione ha voluto offrire vantaggi economici tangibili a tutte le aziende associate, indipendentemente dal settore di appartenenza. Ma è evidente – conclude Valentina Codonesu – che proprio per gli autotrasportatori, per cui il gasolio incide al 30% sui costi di esercizio e il rinnovo del parco veicolare è tanto strategico anche in vista dell’eliminazione nel prossimo biennio dei rimborsi accise per i mezzi Euro 3 ed Euro 4, queste convenzioni sono un aiuto concreto e tangibile.»