«La Regione assuma specialisti a tempo e aumenti le ore, retribuendole, agli specialisti in organico, per far fronte a una situazione di liste d’attesa a dir poco vergognosa.»
E’ la richiesta dei consiglieri della lista Per Alghero Mario Bruno, Gabriella Esposito e Pietro Sartore che si appellano al sindaco, Mario Conoci.
«Non si può accettare una sanità che costringe ad andare verso il privato, che guarda caso, visto che paghi, ti offre l’appuntamento anche per l’indomani. Dobbiamo dire basta – proseguono da Per Alghero -. Lo Stato sociale è un diritto per tutti. E non tutti possono permettersi di pagare. Ci dicono, ufficiosamente, che serviranno molti mesi, forse un anno, per recuperare le visite sospese da febbraio a luglio. A tutt’oggi, uno specialista nelle strutture pubbliche pare riesca a visitare il 40% dei pazienti in meno rispetto al periodo pre-Covid.»
«Stanno lavorando – concludono Mario Bruno, Gabriella Esposito e Pietro Sartore – le strutture convenzionate, ma nel nord Sardegna sono assolutamente insufficienti, e poi i soprattutto i privati a pagamento. E chi non può permettersi di pagare? Dobbiamo ribellarci a questo sistema che non funziona. Non è una responsabilità che attribuiamo ai medici che operano con professionalità e secondo le norme, ma a un sistema sanitario assolutamente inadeguato che costringe chi non ha risorse a non curarsi. Attenzione: non è costituzionale, non è giusto, non è accettabile, è una deriva pericolosa. Anche perché la povertà aumenta ed il ceto medio va verso il basso. In un momento nel quale ancor più occorre prendersi cura di ciascuno, non si possono abbandonare le persone, specie le più fragili.»
«Non si può accettare una sanità che costringe ad andare verso il privato, che guarda caso, visto che paghi, ti offre l’appuntamento anche per l’indomani. Dobbiamo dire basta – proseguono da Per Alghero -. Lo Stato sociale è un diritto per tutti. E non tutti possono permettersi di pagare. Ci dicono, ufficiosamente, che serviranno molti mesi, forse un anno, per recuperare le visite sospese da febbraio a luglio. A tutt’oggi, uno specialista nelle strutture pubbliche pare riesca a visitare il 40% dei pazienti in meno rispetto al periodo pre-Covid.»
«Stanno lavorando – concludono Mario Bruno, Gabriella Esposito e Pietro Sartore – le strutture convenzionate, ma nel nord Sardegna sono assolutamente insufficienti, e poi i soprattutto i privati a pagamento. E chi non può permettersi di pagare? Dobbiamo ribellarci a questo sistema che non funziona. Non è una responsabilità che attribuiamo ai medici che operano con professionalità e secondo le norme, ma a un sistema sanitario assolutamente inadeguato che costringe chi non ha risorse a non curarsi. Attenzione: non è costituzionale, non è giusto, non è accettabile, è una deriva pericolosa. Anche perché la povertà aumenta ed il ceto medio va verso il basso. In un momento nel quale ancor più occorre prendersi cura di ciascuno, non si possono abbandonare le persone, specie le più fragili.»
Antonio Caria