«Finalmente le norme attuative della legge regionale di disciplina della politica linguistica! Dopo più di un anno e mezzo dall’inizio della legislatura la Giunta regionale si ricorda di approvare le norme attuative di una legge approvata a giugno del 2018 nel corso della legislatura guidata dal presidente Francesco Pigliaru.»
Lo sottolinea, in una nota, il consigliere regionale di Futuro Comune Alghero, Raimondo Cacciotto, che aggiunge: «Non si capisce che meriti possa avere l’attuale Presidente del consiglio regionale visto che non è ovviamente presente nella giunta regionale per una legge, la 22/2018 che, peraltro, ha iniziato e concluso il suo iter nel corso della precedente legislatura. E come spesso capita quando si ereditano progetti del passato i meriti sono sempre e solo di questa amministrazione e gli elogi per i compagni di avventura, viceversa quando ci si scontra con i problemi della quotidianità politica e amministrativa le responsabilità vengono sempre dal passato».
«Nel caso specifico – ha sottolineato ancora Raimondo Cacciotto – il sindaco Mario Conoci si dimentica di specificare che la Giunta regionale ha solo approvato con delibera le norme attuative della legge di Disciplina della politica linguistica regionale approvata nella scorsa legislatura, grazie al lavoro congiunto portato avanti dal sottoscritto e dall’onorevole Marco Tedde, fuori e dentro l’aula, garantendo centralità al Catalano di Alghero. Supportati dal contributo e dal confronto con le associazioni che si occupano della tutela e della salvaguardia del catalano di Alghero, abbiamo sostenuto la richiesta della comunità algherese a ottenere un pieno riconoscimento della propria specificità, come parte viva e integrante della più ampia comunità regionale. Una lingua, il catalano di Alghero, elemento identitario e grande opportunità che permette di entrare in contatto con oltre 10 milioni di persone nel mondo che parlano la lingua catalana in vari paesi quali Spagna (Catalogna, Isole Baleari, il Paese valenciano), Francia (Catalogna del Nord), Italia ed Andorra.»
«Per quanto riguarda l’insegnamento nelle scuole, a partire dalle scuole dell’infanzia e fino alle scuole secondarie – ha concluso – nella legge 22/2018 vengono definiti i principi già stabiliti dalla Legge statale 482/99, ossia l’insegnamento del catalano di Alghero in orario curriculare, 2 o tre ore settimanali, che potrà essere inserito dalle istituzioni scolastiche nei relativi programmi educativi come opzione da esercitare al momento dell’iscrizione. La stessa legge stabilisce che la Regione sarda sosterrà finanziariamente le istituzioni scolastiche che inseriranno nella programmazione l’insegnamento della lingua e/o l’utilizzo veicolare del catalano di Alghero. Ora si tratta di continuare a lavorare, ai vari livelli, per l’obiettivo comune: contrastare il processo di estinzione della nostra lingua. Per promuoverla e valorizzarla è necessaria la collaborazione di tutti: istituzioni, associazioni e cittadini.»
Antonio Caria