Prosegue con un doppio appuntamento che celebra la seconda settimana di Festival, l’evento Internazionale di musica antica “note senza tempo”. Venerdì e sabato (25 e 26 settembre) si comincerà nella Biblioteca del Convento dei Frati Minori di Santa Maria di Betlem, a Sassari, con le giornate di studi dedicate al genio immortale di Johann Sebastian Bach: saranno le studiose Chiara Bertoglio, pianista torinese, musicologa, teologa e docente e Maria Borghesi, pianista, clavicembalista e musicologa sassarese di nascita e formazione. Entrambe sono fondatrici del portale JSBach.it, attraverso cui promuovono e realizzano iniziative legate alla diffusione della conoscenza e dell’apprezzamento della musica di Johann Sebastian Bach in Italia.
La due giorni di lavori, aperta a tutti, che prende il titolo “Bach-Italia: andata e ritorno”, focalizzerà l’attenzione sul rapporto tra l’opera del compositore e l’ambiente culturale italiano, dal periodo barocco fino ai giorni nostri.
L’amore del pubblico e dei musicisti italiani per Bach è cresciuto costantemente nel corso dei decenni: è cambiato il repertorio, è cambiato il modo di suonare e di ascoltare questa musica, e sono cambiati anche gli strumenti. Ma un dato è ormai certo: Bach, nonostante non sia mai stato in Italia, è parte integrante della cultura musicale italiana. Questa è la storia, ma quale sarà il futuro della musica bachiana in Italia? Su questo ci si interrogherà durante i lavori a cura delle due studiose.
Sabato 26 settembre, alle 20.30, nel Chiostro di Santa Maria di Betlem (in caso di maltempo tutto si sposterà all’interno della chiesa), andrà in scena lo spettacolo “Moi, Marais” con Alberto Rasi alla viola da gamba e Lorenzo Bassotto, commediante. Partendo dalla vita di Marin Marais e dalle poche notizie storico-biografiche i protagonisti tracciano un ritratto di uno dei più grandi musicisti attivi alla corte del Re Sole. In una scena minimalista e barocca al contempo, i due protagonisti faranno rivivere gli splendori della corte di Versailles.
Con un excursus mirato fra alcune composizioni per Viola da Gamba, strumento principe dell’epoca e del quale era un virtuoso indiscusso, verranno messe in luce le caratteristiche espressive dello strumento, passando attraverso la sensibilità e la personalità di Marais. Questo legame indissolubile tra il Marais uomo e le sue vicissitudini di musicista di corte, contrapposte alla grandezza delle sue composizioni, lo spettacolo è un continuo dialogo-monologo tra l’attore e lo strumento producendo un salutare corto circuito musica-parola e musica-corpo. Corpo dell’attore e corpo del musicista in un gioco di specchi paradossali, dove l’esecutore materiale delle piéces dà voce alla profondità e alla sensibilità del personaggio Marais.