«Il bilancio a mio avviso è fortemente negativo: hanno fatto poco, pasticciato e con tempi sbagliati.
Non c’è mai stata la volontà di portare avanti un lavoro comune con il Governo e le istituzioni, la Giunta cerca lo scontro solo per polemica politica, senza risolvere i problemi dei sardi.
Non è questo il modo per far valere l’Autonomia della Regione Sardegna, che va invece portata avanti con posizioni e politiche chiare, ed esercitando la stessa senza proclami ma con fatti concreti che guardino sempre agli interessi della regione e della popolazione.
Si vede solo una grande volontà di spartire posti di potere all’interno della regione, in alcuni casi creandoli ad hoc. Il Presidente pensa di poter governare da solo ma in realtà questo modello è fallimentare ed andrebbe coinvolto il Consiglio regionale dove siedono le persone che i cittadini hanno votato.»
L’Assessore Sanna, appena insediato, aveva promesso di portare la legge urbanistica entro 6 mesi. Noi l’avevamo detto che questo non sarebbe stato possibile e gli avevamo caldamente suggerito di non fare proroghe di 6 mesi ma di stabilire tempistiche più lunghe, al fine di creare una certa stabilità nel comparto che non può vivere in attesa di continue proroghe. Ciononostante, la maggioranza si è presentata per ben tre volte con una proroga di 6 mesi. La norma attualmente è stata impugnata, e scade a dicembre, mentre il DL 108, ovvero la proposta di legge della Giunta per il Piano casa, non ha ancora iniziato il suo iter. Chiediamo di accelerare i tempi e di iniziare a discutere la legge, non vogliamo trovarci con l’acqua alla gola ed essere accusati di ostacolare i lavori mentre chiediamo i giusti tempi di valutazione. È da mesi che la Commissione Urbanistica non si riunisce e questo è un fatto molto grave.
È sicuramente necessario aggiornare la legge urbanistica al fine di normare tutto il nostro territorio e i suoi sviluppi, partendo dalle esigenze delle comunità e dei territori e dando loro risposte concrete.
Continuare a utilizzare invece lo strumento del Piano casa per compensare le mancanze presenti all’interno della legge urbanistica è profondamente sbagliato, anche perché non si può continuare ad usare uno strumento ordinario in sostituzione di una seria programmazione territoriale.
A mio avviso, serve un Piano casa che smetta di essere un mero incremento volumetrico delle strutture ma si occupi, con serietà, delle politiche dell’abitare. Bisogna affrontare il tema del diritto all’abitazione ai cittadini in difficoltà, attivare investimenti per abbattere il dispendio energetico anche per le strutture pubbliche, garantire investimenti e interventi capaci di migliorare il patrimonio abitativo, soprattutto in termini di abbattimento dei costi energetici, e portare avanti una politica capace di innovarsi e venire incontro alle esigenze dei cittadini.»
In Sardegna si può parlare di una potenziale seconda ondata di contagi, mentre ora stiamo vivendo un momento molto delicato. È vero che durante il periodo del lockdown il virus ha effettivamente circolato poco e i focolai sono sempre stati circoscritti, ma bisognava prepararsi meglio e non essere così superficiali come è spesso accaduto.
Trovo imbarazzante l’assenza dell’Assessorato alla sanità in questo momento critico e l’astrattezza di alcune misure scelte in questi ultimi mesi, considerato che le ultime discussioni portate avanti erano tutte incentrate su una riforma sanitaria che non si è occupata minimamente del Coronavirus. Quello che serve ora è una gestione sanitaria che velocizzi le tempistiche dei protocolli Covid-19, e attrezzare alcune strutture per l’intervento immediato, anche in terapia intensiva. È gravissima la notizia di oggi, relativa all’assenza di posti letto in terapia intensiva di alcune strutture dell’Isola. Inoltre, serve assicurare l’assistenza ai pazienti che hanno riscontrato il virus ma anche a coloro che hanno diverse patologie gravi e necessitano di ricoveri urgenti. Di Covid-19 si muore, ma anche di altro.»
In un momento importante come quello che stiamo vivendo, in cui il Climate Change sta devastando il pianeta e il piano Green europeo prevede un abbattimento del consumo di suolo e una valorizzazione del patrimonio ambientale e paesaggistico, siamo tutti chiamati a fare la nostra parte anche attraverso la diminuzione del consumo di suolo, per tutelare le biodiversità e il nostro territorio.
Il PPR deve essere certamente snellito e migliorato, soprattutto nelle norme tecniche di attuazione, ma è sicuramente ancora all’avanguardia. Essendo uno strumento di programmazione e sviluppo sostenibile, il PPR deve essere pianificato e attuato in simbiosi con le altre importanti sfide da attuare nel nostro territorio: il piano di mobilità sostenibile, che vada dal potenziamento dei collegamenti nord-sud alle connessione nei centri urbani, la valorizzazione del patrimonio socio-culturale delle nostre zone interne, il piano energetico regionale, i piani di investimenti eco-economici. È necessario portare avanti un ragionamento interdisciplinare che a 360°, capace di delineare una visione strategica d’insieme per lo sviluppo della nostra Isola.
Tutta questa programmazione deve essere supportata dai fondi che arriveranno dalla Commissione europea attraverso il Recovery Fund, le cui linee di intervento green sono ampiamente finanziate e ci permetteranno di mettere al centro il patrimonio ambientale storico e paesaggistico del nostro territorio.
Chi continua ad attuare piani anacronistici di sviluppo, come quello del mattone, è fuori dal tempo. Fintanto che non si porteranno avanti idee di sviluppo sostenibile la nostra battaglia rimarrà attiva, e non perché manchi da parte nostra la voglia di collaborare con la maggioranza, ma perché il modello di sviluppo che noi abbiamo in mente risulta per ora essere molto diverso dal loro.»
L’ATS, considerata l’origine di tutti i mali, resta lì dov’è, con le stesse funzioni ma con un nuovo nome: Ares. Sono state poi costituite 8 nuove ASL che dovrebbero, secondo la maggioranza, rispondere a tutte le necessità dei territori. È abbastanza evidente che l’unica vera modifica sia il numero delle ASL, che permetterà alla Giunta di assegnare nuovi posti fra Direttori Generali, Amministrativi, Sanitari e tutti gli altri a seguire.
A Cagliari ci sarà la nuova ASL 8 che necessita, per avere un senso, di ospedali e posti letto. Per questo motivo si è deciso di sacrificare l’unico Polo Pediatrico di alta specializzazione presente in Sardegna, il Microcitemico, attribuendolo alla ASL 8, che ancora non esiste, senza preoccuparsi minimamente di chi da anni ci lavora e facendo spallucce ai forti bisogni dei piccoli pazienti pediatrici della Sardegna. Scorporato il Microcitemico dal Brotzu, il passaggio successivo sarà quello di spostare il reparto di Neuroriabilitazione, per accelerare anche lo scorporo dell’Oncologico.»
La domanda sorge spontanea: perché distruggere il Brotzu e tutta la sua idea di innovazione, su cui gli specialisti lavorano da anni mettendo insieme professionalità, in materia oncologica e pediatrica, per farla diventare un’eccellenza di livello regionale, nazionale e internazionale?
La legge che stava entrando a regime (la Legge Arru) aveva certamente diverse lacune che potevano e dovevano essere modificate e migliorate, ma non era necessario stravolgere il sistema mettendo in crisi gli operatori sanitari e di conseguenza anche i pazienti, che subiranno le conseguenze di questi stravolgimenti.
Trovo molto preoccupante che la Giunta, nel bel mezzo di una pandemia, utilizzi la sanità sarda come strumento per elargire posti di controllo mentre ciò che si chiede è la stabilità delle norme.
È fondamentale che Solinas e la sua maggioranza facciano partire al più presto la macchina e che gli organi di governo e controllo comincino a lavorare, perché siamo in un momento critico.
La sfida più importante ora è accedere ai fondi europei con dei grandi progetti di ammodernamento delle nostre strutture, che sono spesso troppo vecchie e non creano le condizioni per far lavorare al meglio i nostri medici. Serve un rafforzamento del personale sanitario, attraverso l’assunzione di personale medico e paramedico, fondamentale per dare assistenza qualificata in tempi veloci a chi oggi ne ha necessità.»