Sono in crescita le imprese digitali in Sardegna. A certificarlo è il dossier “Le imprese digitali a metà 2020”, realizzato dell’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna che, attraverso i dati di UnionCamere-Movimprese 2019-2020, ha analizzato la diffusione del digitale nell’Isola, in cui si evince come nella prima parte del 2020, sono ben 2mila 920 quelle attive.
Questi i dati a livello territoriale: 1.623 operano nella vecchia provincia di Cagliari (crescita del 3,4% rispetto al 2019), 852 nella provincia di Sassari-Gallura (+0,2%), 276 in quella di Nuoro (+3,8%) e 169 in quella di Oristano (+1,2%).
A detta del presidente ed il segretario regionale di Confartigianato Imprese Sardegna, Antonio Matzutzi e Daniele Serra: «L’intensificazione del lavoro agile, il maggiore utilizzo del canale digitale da parte delle imprese e la crescita dei volumi di commercio elettronico, durante i mesi della crisi Covid-19, hanno creato nuove opportunità per le imprese digitali, bilanciando il calo di domanda determinato dalla recessione. L’effervescenza della domanda, nel corso della crisi ha delineato per il settore dell’informatica un andamento in controtendenza. Nei primi sei mesi del 2020 il fatturato dei servizi digitali segna, infatti, un aumento dello 0,5% nonostante la caduta del 17% delle vendite del totale dei servizi».
«Nella nostra regione, la manifattura digitale artigiana sta scontando il boom degli anni passati, quando era facile creare una start up e difficile stare sul mercato – hanno aggiunto Antonio Matzutzi e Daniele Serra – però che nella nostra Isola operino quasi 3mila imprese digitali è un segnale incoraggiante ed esplicativo della situazione attuale, che denota come gli imprenditori 4.0 abbiano saputo cogliere e sviluppare le opportunità dell’innovazione. Quello della digitalizzazione delle imprese è un percorso ancora lento soprattutto per le realtà che negli anni hanno costruito solide reti commerciali “tradizionali” la trasformazione va gestita soprattutto durante il passaggio generazionale. Rimandare questo “salto” può significare restare fuori da opportunità di crescita.»
«Questa del Recovery Fund è un’occasione che la nostra Isola non può lasciarsi sfuggire – concludono Matzutzi e Serra – per questo auspichiamo che anche da noi possa arrivare una cospicua fetta di finanziamenti che servirebbero a concludere il progetto della Banda Ultra Larga, ridurre al massimo i costi di transazione della trasformazione digitale e incentivare all’acquisto di soluzioni tecnologiche adeguate che portino un reale sviluppo digitale delle imprese. Nessuno può, infatti, dimenticare come, durante la fase acuta dell’emergenza Coronavirus, tante aziende sarde siano state costrette a chiudere improvvisamente, senza una data certa di riapertura molte realtà hanno potuto continuare ad operare grazie a strumenti e soluzioni digitali, come lo smart working, ma anche l’e-commerce.»
Questi i dati a livello territoriale: 1.623 operano nella vecchia provincia di Cagliari (crescita del 3,4% rispetto al 2019), 852 nella provincia di Sassari-Gallura (+0,2%), 276 in quella di Nuoro (+3,8%) e 169 in quella di Oristano (+1,2%).
A detta del presidente ed il segretario regionale di Confartigianato Imprese Sardegna, Antonio Matzutzi e Daniele Serra: «L’intensificazione del lavoro agile, il maggiore utilizzo del canale digitale da parte delle imprese e la crescita dei volumi di commercio elettronico, durante i mesi della crisi Covid-19, hanno creato nuove opportunità per le imprese digitali, bilanciando il calo di domanda determinato dalla recessione. L’effervescenza della domanda, nel corso della crisi ha delineato per il settore dell’informatica un andamento in controtendenza. Nei primi sei mesi del 2020 il fatturato dei servizi digitali segna, infatti, un aumento dello 0,5% nonostante la caduta del 17% delle vendite del totale dei servizi».
«Nella nostra regione, la manifattura digitale artigiana sta scontando il boom degli anni passati, quando era facile creare una start up e difficile stare sul mercato – hanno aggiunto Antonio Matzutzi e Daniele Serra – però che nella nostra Isola operino quasi 3mila imprese digitali è un segnale incoraggiante ed esplicativo della situazione attuale, che denota come gli imprenditori 4.0 abbiano saputo cogliere e sviluppare le opportunità dell’innovazione. Quello della digitalizzazione delle imprese è un percorso ancora lento soprattutto per le realtà che negli anni hanno costruito solide reti commerciali “tradizionali” la trasformazione va gestita soprattutto durante il passaggio generazionale. Rimandare questo “salto” può significare restare fuori da opportunità di crescita.»
«Questa del Recovery Fund è un’occasione che la nostra Isola non può lasciarsi sfuggire – concludono Matzutzi e Serra – per questo auspichiamo che anche da noi possa arrivare una cospicua fetta di finanziamenti che servirebbero a concludere il progetto della Banda Ultra Larga, ridurre al massimo i costi di transazione della trasformazione digitale e incentivare all’acquisto di soluzioni tecnologiche adeguate che portino un reale sviluppo digitale delle imprese. Nessuno può, infatti, dimenticare come, durante la fase acuta dell’emergenza Coronavirus, tante aziende sarde siano state costrette a chiudere improvvisamente, senza una data certa di riapertura molte realtà hanno potuto continuare ad operare grazie a strumenti e soluzioni digitali, come lo smart working, ma anche l’e-commerce.»
Antonio Caria