Le opportunità offerte dal Recovery Plan, il piano delle infrastrutture materiali e immateriali, l’energia, lo sviluppo del turismo e le politiche industriali. Sono stati i temi trattati dal presidente della Regione Christian Solinas, che ha chiuso la sessione dedicata alla Sardegna dagli “Innovation Days” organizzati da Il Sole 24 Ore.
L’intervento del presidente Christian Solinas si à articolato su vari temi, ad iniziare dal forte impatto che anche sul tessuto economico e produttivo dell’isola ha avuto la pandemia, in modo particolare sul settore turistico e sulla vita delle piccole e medie imprese della Sardegna.
«Al netto delle difficoltà storiche che hanno inciso negativamente sull’economia sarda nei decenni precedenti – ha sottolineato il presidente Christian Solinas -, nella fase pre-Covid la situazione sarda era caratterizzata da un seppure debole rafforzamento del sistema economico produttivo, con un indice di disoccupazione calato al 14,7 per cento, in lieve miglioramento rispetto all’anno precedente. Non mancavano segnali incoraggianti e indicativi di un’evoluzione positiva soprattutto nel terziario, e in particolare per la nostra industria turistica che, ha sottolineato Solinas, a febbraio registrava un incremento delle prenotazioni di oltre il 7% rispetto al 2019.»
«Al termine del lockdown – ha ricordato il Presidente -, la Sardegna aveva proposto un modello di prevenzione del contagio che avrebbe limitato al massimo la possibilità di diffusione del virus in Sardegna, consentendo uno svolgimento sereno della stagione turistica e offrendo alla nostra regione l’opportunità di proporsi come terra ideale per le vacanze. Un modello che alla Sardegna non è stato permesso di attuare, ma che nei mesi successivi si e’ confermato utile e opportuno.»
Essendo un’isola, ha ricordato Solinas, avremmo avuto la possibilità di avvalerci di uno strumento efficace per limitare la circolazione virale, non certo una limitazione dei diritti dei cittadini, ma anzi una garanzia per tutti, sardi e turisti.
«Molti, oggi – ha rimarcato il Presidente – ci danno ragione; ormai però non dobbiamo pensare al passato ma piuttosto a come contrastare questa seconda ondata e la pandemia economica che potrebbe seguire.
Occorre certamente puntare sulla destagionalizzazione del nostro turismo – ha detto il Presidente Solinas -, e per questo guardiamo con estremo interesse a come utilizzare le nuove risorse europee, che finalmente avremo a disposizione fin dal 2021, per l’adeguamento del nostro sistema di infrastrutture, utili a realizzare una stagione turistica sempre più prolungata e indirizzata non più esclusivamente alle bellezze delle nostre coste.
Intendiamo valorizzare quegli aspetti di identità ed unicità che la Sardegna racchiude, in grado di destagionalizzare valorizzando il nostro immenso patrimonio archeologico ed etnografico. La Sardegna, inoltre, investe sull’innovazione e sulla tecnologia, che e’ lo strumento oggi più valido, per attrarre investimenti internazionali e per consentire l’abbattimento delle ristrettezze del mercato locale. In passato, la Sardegna è stata vista come luogo di opportunità grazie a piani di finanziamento particolarmente agevolati in alcuni settori, come quello della grande industria; opportunità che oggi non sono più realizzabili. Dobbiamo, dunque, muoverci in uno scenario diverso e creare occasioni diverse di sviluppo.»
«Non per questo si deve abbandonare l’industria. Se è vero che la stagione dei grandi investimenti agevolati, della grande industria con forte impatto ambientale è superata, è pur vero – ha proseguito Solinas –, che non esiste economia al mondo che non abbia nel paniere del suo Pil anche l’industria tradizionale. Dobbiamo, dunque, comprenderla nel nostro futuro, e le esigenze di questo comparto, che resta fondamentale, non possono essere disattese. Il grande miracolo italiano, la grande risalita della nostra economia, e’ stata determinata dalla capacità di produrre cose che piacciono al mondo. E’ stato il miracolo industriale della siderurgia, della metalmeccanica, del manifatturiero realizzato dai grandi gruppi industriali, insieme al boom edilizio. Va, dunque, trovato il giusto equilibrio. In questo settore un forte sostegno potrà venire dal Recovery Plan, che interverrà sulle aree delle grandi industrie con 75 miliardi che saranno indirizzati verso gli interventi green.
La Sardegna, ha detto il presidente Solinas, ha molti progetti. Uno, particolarmente importante, riguarda le miniere dismesse del Sulcis, per la produzione del gas nobile Argon, in un impianto secondo solo a quello presente negli Stati Uniti, in Colorado. Anche per Porto Torres l’evoluzione green è già nei fatti, con il passaggio dalla chimica pesante a quella fine, indirizzata all’industria farmaceutica e alla trasformazione delle piante officinali.
Interventi che possono rimettere in piedi quelle grandi aree produttive, che in alcuni casi hanno consumato territorio lasciando eredità di disoccupazione e disperazione. »
«Occorre, infine – ha concluso il presidente Christian Solinas –, puntare sempre più sui nostri giovani e sulla formazione: aiutare i nostri talenti a restare in Sardegna da protagonisti. La nostra è una delle poche Regioni che finanzia la ricerca nelle Università, con cospicue risorse che sostituiscono i trasferimenti dello Stato. E’ un investimento importante per il nostro futuro. Dobbiamo sempre più sviluppare e affinare la connessione tra formazione universitaria e domanda di lavoro.»
In chiusura, il Presidente Solinas ha ricordato le due richieste fondamentali della Sardegna anche in ordine all’utilizzo dei fondi del Recovery Plan: un piano straordinario per le infrastrutture che includa non solo le reti di trasporto ma anche quelle energetiche, e una continuità territoriale effettiva che consenta alla Sardegna di abbattere il gap determinato dall’insularità e permetta un sistema di collegamenti con frequenze certe.