«Nelle ultime ore i medici dell’Organizzazione Mondiale della Sanità avanzano una possibile relazione tra il numero delle persone contagiate dal Coronavirus e i test effettuati negli Stati membri dell’Ue. Numeri italiani che appaiono assolutamente sbilanciati soprattutto se raffrontati con quelli degli altri Paesi europei. In sostanza, il più alto numero dei casi identificati in Italia potrebbe essere correlato solo ad una più diffusa e intensa azione di screening.»
A dichiararlo è l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Ignazio Corrao che, con un’interrogazione rivolta alla Commissione Europea, chiede chiarezza a Bruxelles sulle differenze di approccio alla crisi epidemiologica degli stati membri dell’Unione europea.
A dichiararlo è l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Ignazio Corrao che, con un’interrogazione rivolta alla Commissione Europea, chiede chiarezza a Bruxelles sulle differenze di approccio alla crisi epidemiologica degli stati membri dell’Unione europea.
«I numeri ufficiali delle autorità sanitarie – spiega Ignazio Corrao – parlano per l’Italia di oltre 4 mila test già effettuati, mentre ad esempio in Francia le autorità comunicano circa 400 test effettuati. Nel nostro Paese la possibilità di effettuare o meno gli screening è demandata ai medici territoriali competenti dopo una prima valutazione dei sintomi. Attualmente in Europa 366 ospedali e 73 siti pediatrici delle reti PREPARE, COMBACTE e PENTA stanno contribuendo, tramite sforzi collettivi, nella standardizzazione delle informazioni raccolte dai pazienti affetti. Serve però chiarezza sulla reale portata del rischio e del fenomeno in Europa.»
«Per questa ragione – conclude Ignazio Corrao – ho chiesto alla Commissione Europea di rendere noto il numero totale e quello medio dei test effettuati per ciascuno Stato membro dell’Unione Europea e la percentuale di risultati positivi in relazione ai test.»