«Ridimensionare la zona di sorveglianza che ancora oggi, a distanza di 17 mesi dall’ultimo focolaio di blue tongue registrato, interessa una buona parte dell’Isola e sostenere gli allevatori nel costo derivante dalle analisi, oggi totalmente a carico loro.»
È il contenuto dell’interrogazione rivolta al presidente della Giunta e all’Assessore della Sanità, presentata dai consiglieri dei Riformatori sardi Michele Cossa, Alfonso Marras, Aldo Salaris, Giovanni Antonio Satta, sui disagi per gli allevatori sardi derivanti appunto dalla delimitazione della zona di sorveglianza relativa a un focolaio di “Blue Tongue” registrato nel settembre 2018.
«In considerazione del fatto che a distanza di 17 mesi non sono stati segnalati focolai sul territorio isolano, chiediamo di ridefinire i confini della zona di sorveglianza, monitorando il sierotipo con la creazione di una zona cuscinetto, circoscritta esclusivamente al territorio interessato – spiegano i consiglieri dei Riformatori sardi, che uniscono alla richiesta una sollecitazione tesa a sostenere gli allevatori dal punto di vista economico -. Accogliamo le istanze che ci arrivano per evidenziare la necessità di un intervento economico da parte della Regione teso a ridurre i costi derivanti dalle analisi sierologiche e oggi totalmente a carico degli allevatori.»
«La situazione di partenza è chiara: i vincoli e gli oneri connessi al blocco delle movimentazioni determinate dalla Blue Tongue, continuano a creare disagio e aggravio di costi agli allevamenti bovini e ovini del centro Sardegna – ha detto Luca Saba, direttore regionale di Coldiretti -. I 25 euro necessari per pagare l’esame sierologico incidono pesantemente sull’utile di impresa, danneggiano le aziende di quei territori.»
Senza considerare il fatto che nel Nuorese e in Ogliastra compresa, dove viene allevato oltre il 40% del patrimonio bovino da carne dell’isola ed 1/3 del patrimonio ovino con quasi 1.000.000 di capi distribuiti in circa 4000 aziende, gli allevatori, per poter movimentare il proprio bestiame, si trovano costretti a sostenere i costi derivanti dall’esame della PCR (appunto, € 25,08 a capo). L’allarme che arriva dalle campagne è quindi giustificato, spiegano i consiglieri dei Riformatori sardi, al punto da necessitare un intervento immediato della Regione che possa fornire gli strumenti e il sostegno necessario alle aziende di allevamento.
Alla conferenza stampa hanno partecipato, oltre Luca Saba, i sindaci di Elini e Barisardo (Rosalba Deiana e Ivan Mameli) e il vicesindaco di Siniscola Marco Fadda.