Solo tre infermieri per la gestione domiciliare dei pazienti positivi. Quando fu costituita a maggio, prima in Sardegna, l’Unità speciale di continuità assistenziale di Bari Sardo, poi diventata nota come USCA, erano altri tempi e, soprattutto, erano altri i numeri: di positivi da monitorare, di test e tamponi da effettuare, di cittadini da rassicurare. Il personale individuato, quattro medici e tre infermieri, poteva, allora, essere sufficiente per prestare assistenza a un territorio dove la pandemia aveva fatto solo capolino.
«Le cose sono cambiate e questa ondata autunnale di contagi si è infranta anche sull’Ogliastra mettendo a dura prova tutto il sistema sanitario ogliastrino, la cui carenza di personale è oramai, su tutti i fronti, evidente. Si va dal reparto di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale “Nostra Signora della Mercede” di Lanusei all’Unità di Igiene pubblica, dove il lavoro aumentato a dismisura costringe gli operatori a turni massacranti. Abbiamo perciò depositato, come gruppo PD, l’ennesima interrogazione avente per argomento la sanità ogliastrina – riferisce il consigliere regionale Salvatore Corrias -. Stavolta abbiamo chiesto al presidente della Giunta e all’assessore Mario Nieddu se siano a conoscenza che l’USCA di Bari Sardo è in forte sofferenza e che necessita di altro personale, soprattutto infermieristico, per sopperire a un carico di lavoro diventato, negli ultimi tempi, davvero imponente e domandiamo loro di intervenire tempestivamente per incrementare la dotazione organica. Non si può pensare di arginare la diffusione del virus se non si potenziano in maniera adeguata tutte le strutture sanitarie preposte a farlo.»