«Parlare di pandemia, di questi tempi, è cosa estremamente difficile perché si vanno a toccare tanti aspetti: sanitari, sociali, economici. Ma un lockdown barzotto non serve né alla sanità, né alle attività produttive e commerciali.»
È il commento del presidente della CREL Sardegna, Consulta regionale economia lavoro, Marco Sulis, in merito al nuovo provvedimento che il Governo Conte sta adottando in queste ore.
«È già in atto un lockdown psicologico che, di fatto, limita gli acquisti in spensieratezza. A questo aggiungiamo gli studenti che restano a casa, i dipendenti pubblici che lavorano prevalentemente in smart working, la chiusura dei pubblici esercizi a una certa ora. Quindi esercenti aperti ma senza clienti. Che ci stanno a fare? Non vogliamo fare demagogia e non pensiamo soltanto al profitto: il virus è una realtà, va combattuto, ma usando gli strumenti idonei. Con questi blocchi parziali si crea soltanto un allarme sociale.»
Il presidente del CREL Sardegna sottolinea che «bandiamo ogni forma di violenza, come gli episodi registrati ieri in Campania, ma occorre una risposta adeguata per sostenere le imprese e le famiglie italiane. Questo Governo sta adottando provvedimenti sempre più stringenti che privano le città delle necessarie condizioni per poter lavorare».
Marco Sulis illustra le proposte di CREL Sardegna: «Se per risolvere il problema sanitario non esiste altra strada che chiudere tutto, non ci tiriamo indietro. Occorre, però, una compensazione economica immediata, altrimenti saremo tutti morti: chi di Covid, chi di fame, chi di disperazione. Dobbiamo arginare l’esplosione del contagio? Benissimo, allora troviamo la modalità per dare ristoro a chi non ha un reddito assicurato, come le imprese e i liberi professionisti. Di questo si deve fare carico lo Stato. Tutte le altre soluzioni, con chiusure parziali, sono soltanto provvedimenti barzotti che non aiutano nessuno. Anzi accentuano le difficoltà di chi è già allo stremo delle forze. Un altro lockdown, per i milioni di persone che non possono fare fronte con le spese correnti in assenza di un lavoro, sarebbe devastante. La miseria dell’indennità prevista dal Governo nazionale non è bastata a coprire neppure la metà delle spese che ogni famiglia italiana deve sostenere mensilmente. Per questo motivo ci appelliamo al buonsenso di chi governa il Paese».
«Bisogna bloccare tutti i pagamenti – conclude Marco Sulis -: le cartelle esattoriali (esempio: rottamazioni, saldo e stralcio), tasse e imposte, i protesti di assegni e cambiali, le azioni legali esecutive in corso da parte dei tribunali. Gli imprenditori, con questo DPCM, non saranno in grado di pagare niente.»