Il Consiglio regionale, nella seduta di mercoledì 26 febbraio, si è occupato dell’emergenza Coronavirus. Il presidente Michele Pais ha aperto la seduta poco dopo le 16.00 per le comunicazioni della Giunta sull’emergenza “Coronavirus”. Prima di dare la parola all’assessore alla Sanità Mario Nieddu, il presidente Pais ha ringraziato, a nome dell’intero Consiglio, tutti gli operatori della sanità e della protezione civile per l’attività svolta quotidianamente a tutela della salute dei sardi. «Un grazie voglio rivolgerlo anche ai giornalisti che stanno garantendo un’informazione corretta e rappresentano un argine contro le numerose fake news veicolate dai social».
Ha quindi preso la parola l’assessore alla Sanità, Mario Nieddu, per l’illustrazione delle misure varate dall’esecutivo regionale in accordo con il Governo e la Protezione Civile. Il rappresentante dell’esecutivo, dopo aver ricordato i numeri della diffusione del virus nel mondo (circa 80mila contagi e oltre 2.700 decessi, la maggior parte dei quali in Cina), ha chiarito le linee di intervento decise dalla Giunta regionale in accordo con il tavolo tecnico nazionale: «Sulla diffusione del virus e le misure per il suo contenimento si scontrano due scuole di pensiero – ha detto Mario Nieddu – c’è chi sostiene che si tratti di un elemento patogeno simile a una banale influenza, altri ritengono invece che il rischio rappresentato dal coronavirus sia molto più elevato. Questo causa disorientamento». Mario Nieddu è poi entrato nel merito degli interventi di prevenzione deliberati dalla Giunta: «La nostra Isola per fortuna non ha registrato finora nessun caso – ha affermato l’assessore – noi però abbiamo il dovere di assumere tutte le iniziative necessarie a contrastare un’eventuale situazione di emergenza. La nostra regione sta rispettando le linee guida adottate insieme al Governo e dalla Protezione civile che hanno recepito alcune nostre indicazioni. Riteniamo opportuno prendere tutte le precauzioni per limitare la circolazione del virus che, se non contrastato adeguatamente, potrebbe colpire il 35-40% della popolazione. Ciò significa che se la situazione sfuggisse di mano potrebbe coinvolgere circa 400mila sardi con 20mila situazioni critiche e 4.000 potenziali soggetti da destinare ai reparti di terapia intensiva. Ciò avrebbe un impatto molto importante sul nostro sistema sanitario». Preoccupazioni che hanno indotto la Giunta regionale a chiedere misure più stringenti per la Sardegna non accolte però dal governo nazionale: «Su alcuni punti c’è stata una diversità di veduta con il governo – ha rimarcato Mario Nieddu – tuttavia alcuni suggerimenti sono stati accolti e inseriti nell’ordinanza congiunta che dovrebbe essere operativa nelle prossime ore. Tra questi i controlli nei porti e negli aeroporti con l’utilizzo dei termoscanner sui passeggeri in arrivo. Non è invece passata la proposta di chiudere le scuole o sospendere alcune manifestazioni pubbliche come è stato fatto in Liguria. Noi per il momento stiamo controllando tutti i passeggeri che arrivano in Sardegna in aereo. Lo stesso non avviene nei porti dove, per il momento, mancano i termoscanner. Per il resto, le misure consigliate sono quelle previste dalla profilassi per le malattie infettive».
L’assessore, infine, ha annunciato una capillare campagna informativa attraverso i mass media: «Vogliamo che siano rispettati alla lettera i protocolli – ha concluso Mario Nieddu – purtroppo ci sono alcune situazioni ancora da perfezionare. Anche oggi abbiamo avuto dei casi di pazienti che non sarebbero dovuti nemmeno essere avviati al trattamento».
Subito dopo l’assessore, ha preso la parola il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau: «Ci troviamo di fronte a un problema grave – ha detto Gianfranco Ganau – il virus ha un rischio di diffusione elevato pur con una mortalità simile a quella di una normale influenza. Finora le misure adottate sono state tempestive ed efficaci. E’ importante che siano univoche a livello regionale e che rispettino le linee guida nazionali. Non serve allarmismo ma una corretta informazione». Gianfranco Ganau ha poi ribadito la massima disponibilità a collaborare da parte dell’opposizione: «Abbiamo presentato un’interrogazione con lo scopo di fugare dubbi ed evitare allarmismi. Abbiamo chiesto informazioni sul reperimento di barelle di bio-contenimento, sull’efficienza delle camere di isolamento, sulle misure di controllo in porti e aeroporti e sui percorsi di screening. Mi permetto alcuni rilievi con spirito collaborativo: va bene istituire un numero verde per le emergenze ma occorre renderlo operativo. Oggi è difficilissimo collegarsi al numero di riferimento regionale». Il capogruppo del Pd ha poi chiesto un potenziamento degli strumenti di protezione individuale: «Finora non sono stati forniti – ha detto Gianfranco Ganau – non si capisce ancora chi debba richiederli, basta con il rimpallo di responsabilità tra Ats ed Areus. Le competenze sono ancora in capo all’Ats e non sono ancora state trasferite all’Areus». L’esponente del Pd, infine, ha contestato la decisione di affidare al personale del 118 il compito di fare i tamponi sui paziente sospetti: «E’ una funzione impropria. Il compito spetta ai servizi territoriali di igiene pubblica. Il 118 deve invece dedicarsi alle proprie funzioni tra le quali rientrano anche i corsi di aggiornamento che dovrebbero essere rivolti a tutto il personale sanitario così come si fece in occasione della emergenza Sars. Occorre poi prevedere ambulanze dedicate al contrasto del virus per evitare di sottrarle al normale servizio territoriale».
Dal partito democratico, infine, è arrivato l’invito a un intervento per limitare gli effetti negativi sul sistema economico: «Il settore turistico è fortemente esposto e subirà un impatto negativo. Si registrano già diverse cancellazioni delle prenotazioni nelle nostre strutture ricettive. Siamo a disposizione per cercare di limitare i danni».
Ha quindi preso la parola Stefano Tunis (Misto): «Non sono un esperto e quindi faccio le valutazioni che fanno tutti i cittadini – ha detto Stefano Tunis – penso che sia opportuno dare pieno mandato a chi ci governa e alla scienza. Dico no a chi la spara più grossa. Abbiamo la fortuna di vivere in una società che si evolve e ha libero accesso all’informazione. Ciò dovrebbe consentire a tutti di evitare comportamenti sbagliati. Questo purtroppo non sta avvenendo, la società sembra non essere riuscita a immunizzarsi, si arriva ancora alla ricerca dell’untore. Mi sarei aspettato un comportamento razionale. E’ nostro compito suggerire ai nostri cittadini di affidarsi alla scienza e a chi li governa».
Il capogruppo di Fratelli d’Italia Francesco Mura (Fdi) ha espresso apprezzamento per le misure adottate dal Governo e per la linea d’azione della Giunta regionale: «Le altre nazioni europee hanno attuato le stesse procedure di controllo come ha fatto l’Italia? Mi sembra strano che paesi che non hanno interrotto i collegamenti con la Cina abbiamo dati così confortanti. Il Governo italiano, pur negli errori, sembra aver agito in modo sensato sul fronte dei controlli. Lo dimostrano gli oltre 9mila tamponi effettuati. Sono d’accordo sull’invito rivolto alle Regioni perché si evitino fughe in avanti. E’ opportuno seguire linee guida univoche. La nostra condizione di insularità rappresenta un vantaggio, almeno sul tempo. E’ doveroso da parte di tutte le istituzioni sarde fare ciò che non è stato fatto in altri territori: serve un’informazione corretta e veloce e sottrarla, se il virus dovesse arrivare in Sardegna, ai terroristi del web». Da Francesco Mura è, infine, arrivato l’invito a mantenere un costante rapporto con i territori e le comunità locali: «E’ opportuno coinvolgere i sindaci su ciò che accade e su ciò che andrà fatto in caso di arrivo del virus seguendo alla lettera le indicazioni dell’Oms che poco spazio lasciano alle interpretazioni».
Critico l’intervento di Ignazio Manca (Lega) che ha espresso dubbi sull’opportunità di convocare il Consiglio regionale per discutere dell’emergenza coronavirus: «Non si comprende perché in altre parti vengano limitate le manifestazioni pubbliche e oggi si convochi invece l’assemblea». Il rappresentante della Lega ha poi espresso apprezzamento per il lavoro svolto dalla Giunta: «Bene i controlli sui passeggeri in arrivo negli aeroporti sardi – ha affermato Desirè Manca – bisogna adesso intervenire anche nei porti dove transitano passeggeri provenienti dalle zone a rischio». Desirè Manca ha infine contestato le dichiarazioni rese dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte sull’operato delle regioni: «Mi sono sembrate fuori luogo. La minaccia di avocare al Governo tutte le competenze rappresenta una limitazione della nostra autonomia. Se avesse ascoltato i suggerimenti delle regioni oggi forse non discuteremmo del tema. Dispiace essere indicati come gli untori dell’Europa».
Anche Francesco Agus (Progressisti) ha espresso dubbi sull’opportunità di convocare il Consiglio: «Mi preoccupa l’impatto che potrebbero avere le affermazioni che verranno fatte in quest’aula – ha detto Francesco Agus – occorre evitare di drammatizzare la situazione e, allo stesso tempo di sottovalutarla. Da un lato si correrebbe il rischio di chiedere ai sardi di chiudersi in casa con pesanti conseguenze anche di natura economica; dall’altro, con una sottovalutazione dei rischi, non si proteggerebbero adeguatamente i soggetti più deboli. La politica ha l’obbligo di parlare una lingua chiara e non fraintendibile lasciando ai tecnici il compito di affrontare l’emergenza. Esistono dettami Oms, si può prendere per buono ciò che le autorità sanitarie hanno raccomandato. Non possono esserci territori dove non si festeggia il carnevale e altri dove per motivi di prevenzione si vietano le manifestazioni. Servono linee univoche per tutti. Allo stesso modo, non si possono annullare incontri con 10 lavoratori e invece consentire assemblee con 377 sindaci». Agus ha poi raccomandato prudenza alla Giunta: «Oggi, dopo averli annunciati in conferenza stampa, la notizia è che non ci sono controlli nei porti – ha sottolineato Francesco Agus – è necessario affinare la tecnica comunicativa e dotarsi di strumenti all’avanguardia. I social network, se utilizzati bene, possono essere molto utili. Occorre poi agire per dare maggiore tutela a chi opera in prima linea: medici di base, infermieri, operatori del pronto soccorso, soccorritori, farmacisti»
Il capogruppo dei progressisti, infine, ha rivolto alcune domande all’assessore. «Ad Olbia sono state sistemate alcune tende fuori dall’ospedale. E’ un intervento estemporaneo o la prassi da seguire ovunque? Ci sono novità sulle camere sterili da dedicare a soggetti infetti? Fino alla settimana scorsa a Sassari c’era un problema, è superato? Si svolgeranno nelle prossime settimane in Sardegna alcuni eventi sportivi di respiro internazionale. C’è un protocollo speciale? E’ in corso un monitoraggio degli ingressi di cittadini che risiedono o sono stati nelle zone ad alto rischio? Sono state sottoposti a trattamento speciale?»
Il consigliere Pietro Moro (Misto) ha invitato tutti a evitare allarmismi: «Si tratta di un virus che ha un tasso di mortalità basso. Sono sicuro che presto sarà trovato un vaccino. Occorre avere un approccio razionale. Il blocco dei collegamenti con la Cina è stato controproducente, ha impedito di tracciare direttamente gli arrivi. Alcuni passeggeri hanno bypassato gli scali italiani arrivando da altri aeroporti europei».
Secondo Pietro Moro «La catena di comando deve essere unica. Mi sembra che si stia arrivando a questo. Negli anni ottanta abbiamo affrontato forme virali ben più gravi come l’Aids. Non fasciamoci la testa. Occorre imporre la quarantena a chi arriva da zone a rischio. Il pericolo è l’ospedalizzazione dei casi sospetti. E’ importante contenere il virus. Ci sono forti preoccupazioni per le ricadute economiche soprattutto per il settore turistico. Bisogna arginare il problema per tornare alla normalità».
Dopo l’on. Pietro Moro ha preso la parola il presidente della commissione Sanità, on Domenico Gallus (Udc), secondo cui «tutto è già stato detto sull’epidemiologia del fenomeno. Preferisco parlare della comunità di Paulilatino, della quale sono sindaco. Da medico e da responsabile della Sanità pubblica di Paulilatino ho dato disposizioni chiare ai miei 2.400 concittadini e ho spiegato i rischi, il tipo di virus e i comportamenti da adottare. Domenica scorsa ho mandato una seconda circolare chiedendo ai miei concittadini di informarmi su chi di loro è entrato e uscito dalle zone a rischio. E la risposta è stata perfetta. Ieri ho poi precisato con una nuova circolare che nessun caso si è registrato a Paulilatino e che di questa emergenza è opportuno che si parli soltanto con me. Cinque famiglie stanno facendo la quarantena a casa loro in paese, dopo essere rientrati da quelle zone domenica scorsa».
Per la Lega l’on. Pierluigi Saiu che ha ringraziato il presidente Pais e l’assessore Mario Nieddu «per l’iniziativa consiliare e per le puntuali risposte all’Aula». Poi ha proseguito: «Non è possibile però chiudere gli occhi di fronte alla grave responsabilità del governo nazionale, che ha generato la situazione attuale. All’inizio questo fenomeno virale è stato sottovalutato e a chi chiedeva maggiori controlli si rispondeva dando dello sciacallo. Non è bastato cantare “Bella ciao” per arginare la diffusione del Corona virus. Che senso ha avuto bloccare soltanto i voli diretti dalla Cina e non quelli con scalo? C’è stata anche una gestione approssimativa della comunicazione, con il presidente del Consiglio Conte a reti unificate su tutte le tv. Esprimo la solidarietà e il sostegno all’assessore alla Sanità, con l’augurio che non siano fallimentari come quelle intraprese dal presidente del Consiglio».
Per l’on. Daniele Cocco (Sinistra) “l’intervento dell’on. Saiu è stato deludente perché pure Salvini è stato capace di riconoscere l’ottimo lavoro del ministro Speranza. Non so se sia utile questa seduta di lavori, ringraziamo ovviamente l’assessore per le informazioni che ha dato ma è chiaro che non è facile governare fenomeni di psicosi come quello di questa mattina a Isili. Per questo chiedo all’assessore una sola comunicazione ufficiale, che arrivi in modo diretto e chiaro a tutte le istituzioni”.
Ha preso poi la parola sempre per la Lega l’on. Dario Giagoni, che ha detto: “Concordiamo sul fatto che la collaborazione diretta con gli enti locali sia necessaria, così come è necessaria particolare attenzione al sistema penitenziario perché un focolaio dietro le sbarre sarebbe ancora più problematico”. Per l’oratore “tutti stanno assicurando il massimo impegno in questa situazione di emergenza ed è necessario evitare falsi allarmismi e le misure economiche di sostegno a favore delle aziende sarde che saranno danneggiate, come le imprese turistiche”.
Per il gruppo Cinque stelle l’on. Desirè Manca: “E’ opportuno evitare gli attacchi politici davanti a temi così importanti. Lasciamo che prevalga il buonsenso anche se non tutti qui dentro si comportano in questo modo. Compito di tutti noi è di aiutare la collettività anche portando le informazioni che ricevono, anche dall’assessore alla Sanità come in questo caso. Se nei porti non sono presenti i termo scanner mi incuriosisce sapere chi è la competenza per acquistarli. Mi interessa dall’assessore anche sapere se il sistema sanitario sardo è in grado di affrontare i casi di Corona virus. Soltanto questo mi interessa”.
La replica dell’assessore Nieddu è stata puntuale: “Come assessorato alla Sanità abbiamo effettuato una ricognizione dei presidi e delle strutture per garantire agli operatori di operare in sicurezza. Abbiamo alcuni pazienti in sorveglianza attiva e altri in quarantena in casa. Abbiamo una scorta di 24 mila mascherine di tipo Ffp2 e Ffp3, oltre un milione di guanti in nitrile, 16 mila camici e migliaia di occhiali a mascherina, 8 posti letto per le urgenze gravissime e un piano per mettere in quarantena migliaia di sardi elaborato con la protezione civile”.
L’esponente della Giunta ha detto: «Ho seguito il vostro dibattito e io stesso non sono libero da un atteggiamento dicotomico, diviso cioè tra il pensare che questa sia una influenza qualunque e che si tratti invece di un problema molto serio. In ogni caso davanti a un paziente sospetto bisogna chiamare il medico di famiglia e la guardia medica. Solo in seconda battuta si passa al 118 e al 1500. Noi non siamo in grado di fermare il vento con le mani né l’epidemia virale perché un portatore sano può essere privo di sintomi. Possiamo soltanto limitare i danni con misure molto attente come quelle che stiamo adottando. Sono però convinto che il governo nazionale dovrebbe dotarsi di un dipartimento delle politiche sanitarie: in questa circostanza sarebbe stato molto utile». Sulla comunicazione pubblica l’assessore Mario Nieddu ha detto: «Le due ordinanze del presidente Solinas e il Dpcm sono accessibili e comprensibili da tutti. Ora stiamo preparando un supporto multimediale. Provvederemo a una diffusione più capillare, non solo nelle guardie mediche ma anche nei Comuni. Purtroppo ci sono medici di primo contatto che non rispettano i protocolli ma io ripeto che chi ritiene di avere i sintomi non deve presentarsi in pronto soccorso ma attivare gli altri centri preposti a cominciare dal proprio medico».
Sui termo scanner l’assessore ha detto: «Li stiamo acquistando come protezione civile e presto avremo anche medici e infermieri a sufficienza per effettuare i controlli nei porti».
Al termine, il presidente del Consiglio Michele Pais ha parlato di «un dibattito proficuo e opportuno» e ha ringraziato «i consiglieri per gli interventi e l’assessore alla Sanità per la puntualità delle risposte». L’on. Francesco Agus ha detto: «Da notizie di stampa capisco che la seduta di oggi sta già suscitando reazioni sui quotidiani, basta sfogliare i quotidiani per vederlo. Allora mi chiedo e chiedo all’assessore: le grandi attività come i cinema devono continuare a lavorare o devono essere chiusi? Chiedo una voce univoca su questo. Sarebbe utile decidere anche se la riserva di mascherine e di presidi debba e possa essere fornita subito a tutti gli operatori in prima linea».
Laura Caddeo, sempre dei Progressisti, ha chiesto all’assessore Mario Nieddu informazioni sul monitoraggio delle persone che stanno arrivando in Sardegna dalle zone “a rischio” con riferimento particolare a quanti, per diverse ragioni, si recano negli ospedali, suggerendo una selezione di questi casi in modo da avviare le persone interessate al c.d. “isolamento fiduciario”.
Ancora per i Progressisti il consigliere Massimo Zedda, dopo aver espresso solidarietà alla popolazioni colpite in diverso modo dall’epidemia, ha ricordato che quanto accaduto in alcune Regioni ha, comunque, consentito di acquisire una “casistica” che può essere utile anche alla Sardegna. Inoltre, ha lamentato che, al momento, la Regione non è ancora intervenuta sul sito istituzionale per fornire informazioni utili a scoraggiare gli accessi impropri al sistema sanitario mentre invece appare quanto mai opportuna la diffusione di consigli utili ad evitare la paura che può diffondersi in certe situazioni. Infine, l’esponente dei Progressisti ha proposto una serie di misure: contrasto alle cosiddette fake news o a notizie incomplete che possano aumentare la sensazione di disorientamento della popolazione, interventi per evitare l’accaparramento di generi di prima necessità nella grande distribuzione, effettuare accertamenti sulla disponibilità di sangue proveniente dalle zone a rischio, favorire la costituzione di unità di crisi nei presidi ospedalieri, monitorare il calo di vendite di alcuni prodotti anti-influenzali nelle farmacie causato dalla “destagionalizzazione” dell’influenza “classica” che comunque arriverà a marzo e potrebbe sovrapporsi al picco di richieste determinato dall’evoluzione del corona-virus.
Nella replica conclusiva l’assessore della Sanità Mario Nieddu ha ribadito che nei prossimi giorni sarà disponibile un supporto multimediale con tutte le informazioni necessarie e saranno inoltre incentivate tutte le forme di comunicazione istituzionale attraverso il potenziamento delle presenze sui media. Mario Nieddu ha poi citato l’esempio concreto di un caso verificatosi molto di recente che, ha detto a testimonianza della efficienza del sistema nonostante le difficoltà, è stato affrontato nel pieno rispetto dei protocolli sanitari. Per quanto riguarda il problema del sangue, l’assessore ha ricordato che, da questo punto di vista, la Sardegna è indubbiamente una Regione dipendente da altre Regione ma, sul piano operativo, bisogna in primo luogo verificare la possibilità di contagi ematici e, in seconda battuta, la percorribilità dell’incremento delle donazioni locali che, in ogni caso, non fornisce assolute garanzie.
Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente Michele Pais ha sottolineato l’andamento estremamente proficuo del dibattito, a conferma del fatto che la riunione del Consiglio sull’argomento corona-virus è stata non solo utile ma necessaria per fornire informazioni ufficiali alla comunità regionale.
Successivamente ha dichiarato chiusa la seduta, riconvocando il Consiglio a domicilio.