Subito interventi coordinati e urgenti a supporto delle strutture residenziali socio-assistenziali e socio-sanitarie, per anziani e non, per prevenire tra gli ospiti e gli operatori la diffusione del Covid-19. E’ la richiesta che Andrea Pianu, Antonello Pili e Giovanni Angelo Loi, rispettivamente responsabili di Legacoop Sociali, AGCI Solidarietà Sardegna, Confcooperative Federsolidarietà Sardegna, hanno inviato alla Regione alla luce dell’emergenza sanitaria.
«In queste settimane viviamo tutti con grande preoccupazione e ansia la costante crescita nel territorio regionale dei casi di contagio da Covid-19 e del numero delle persone che non riescono a superare la malattia – scrivono -. La situazione di rischio è molto diffusa e capillare. Le persone più fragili e la popolazione anziana sappiamo essere quelle più esposte e che necessitano di misure appropriate e tempestive di intervento.»
«In queste settimane viviamo tutti con grande preoccupazione e ansia la costante crescita nel territorio regionale dei casi di contagio da Covid-19 e del numero delle persone che non riescono a superare la malattia – scrivono -. La situazione di rischio è molto diffusa e capillare. Le persone più fragili e la popolazione anziana sappiamo essere quelle più esposte e che necessitano di misure appropriate e tempestive di intervento.»
I tre responsabili rimarcano che «le strutture residenziali per gli anziani, quelle socio-assistenziali e le RSA, sono nuovamente al centro dell’attenzione della stampa e dei mezzi di comunicazione. I casi di contagio che si manifestano, per quanto circoscritti al momento ad alcune realtà, destano allarme su tutto il sistema, in quanto coinvolge gli ospiti, i loro familiari, i soggetti gestori e tutti gli operatori in esso impegnati». Da qui la necessità e il dovere di «esternare le diffuse e assai gravi difficoltà che le nostre associate ci segnalano, nel rapporto con i servizi del sistema sanitario regionale dei diversi distretti, per la gestione delle situazioni critiche che quotidianamente si presentano»..
I rappresentanti del mondo cooperativo impegnato nel sociale segnalano poi quella che viene definita la casistica varia e «per molti versi, drammatica» che riguarda «la finora mancata applicazione, nonostante le nostre ripetute sollecitazioni e le richieste esplicite, delle misure previste dalla delibera n. 35/34 dello scorso 9 luglio 2020 che prevedeva, a carico del sistema sanitario, una attività di screening diretto agli operatori e ospiti delle strutture residenziali», il «ritardo delle USCA nell’intervenire e prendere in carico le segnalazioni inerenti la
presenza di anziani con sintomi riconducibili a Covid-19» E poi la «difficoltà ad avere tempestivamente i tamponi per gli ospiti con sintomi o nelle fasi di ingresso in struttura o al loro rientro da visite mediche esterne» e la «irraggiungibilità di molti medici di famiglia per monitorare lo stato di salute dei propri pazienti ospitati in struttura».
presenza di anziani con sintomi riconducibili a Covid-19» E poi la «difficoltà ad avere tempestivamente i tamponi per gli ospiti con sintomi o nelle fasi di ingresso in struttura o al loro rientro da visite mediche esterne» e la «irraggiungibilità di molti medici di famiglia per monitorare lo stato di salute dei propri pazienti ospitati in struttura».
Senza dimenticare poi l’incertezza «che vivono i nostri operatori, che come tutti i cittadini, al presentarsi di sintomi incerti e in mancanza di una presa in carico e valutazione tempestiva del proprio stato di salute, si trovano in malattia e quarantene che li portano ad assentarsi dal posto di lavoro, aggravando una situazione di carenza di personale in servizio».
Da qui la richiesta di interventi che garantiscano «la messa a disposizione dei differenti dispositivi di protezione individuali (DPI), che sono necessari a garantire l’operatività delle strutture e dei servizi erogati a domicilio per le persone più fragili, anziani in testa», «l’erogazione di ristori sulle mancate entrate, causate in particolare dalla richiesta riserva di posti letto per gli eventuali periodi di quarantena anti–Covid 19, a cui le imprese da noi rappresentate stanno ottemperando in ossequio all’attuazione delle disposizioni del Governo Nazionale, della Regione, dall’ATS e dall’ISS». E poi «la formazione degli operatori dell’assistenza domiciliare come supporto agli anziani e ai soggetti che presentano sintomatologia da contagio del Covid 19» e un supporto «supporto per le strutture che registrano la presenza di soggetti contagiati da Covid 19, prevedendo una fattiva collaborazione con le strutture sanitarie territoriali e i servizi di Assistenza Domiciliare Integrata (ADI)». Oltre che «un supporto economico per le maggiori spese dovute al personale in sostituzione e per la messa in sicurezza del personale che non può rientrare a domicilio (per esempio l’alloggio in albergo)»