Il Nuraghe e villaggio di Palmavera di Alghero, Grutta is Janas di Baunei, la Necropoli di Su Murrone a Chiaramonti, il Complesso paleocristiano di Cornus a Cuglieri, Nuraghe Oes a Giave, il Pozzo sacro Milis a Golfo Aranci, Area archeologica di Monte Tarè e Scerì a Ilbono, il Nuraghe Luche a Illorai, l’area Nuraghe Luche Nolza a Meana Sardo, l’area archeologica di Scaba ‘a Cresia – Santu Mraccu a Morgongiori, il Tempio di Demetra a Narcao, Sas Arzolas de Goi a Nughedu Santa Vittoria, il Nuraghe Burghidu ad Ozieri, Via Ponte Romano, 79 a Porto Torres, il Nuraghe Lu Brandali a Santa Teresa di Gallura, Villa Romana di Santa Filitica a Sorso e il Nuraghe Majori a Tempio Pausania.
Sono questi i siti archeologici che saranno interessati dalle campagne di scavo finanziati dalla Regione con 2 milioni di euro.
«In particolare – sottolinea Andrea Biancareddu – la Regione promuove e coordina interventi di restauro dei beni culturali sulla base di metodologie definite d’intesa con gli organi statali competenti, con le università e gli istituti di ricerca archeologica e paleontologica nel territorio della Sardegna. Si tratta di azioni di carattere strutturale per il restauro e il recupero del patrimonio, la messa in sicurezza dei siti e lo scavo archeologico. Più in generale della creazione di spazi idonei anche all’erogazione di servizi finalizzati alla fruizione del patrimonio al pubblico.»
Antonio Caria