La chirurgia robotica rappresenta la medicina del presente e che trova ampia applicazione negli interventi chirurgici ortopedici, urologici, ginecologici, otorino e di chirurgia generale. In Italia e nel mondo ha un’ampia diffusione e consente agli ospedali di disporre di una tecnologia all’avanguardia, in grado di ridurre le complicanze post-operatorie. Si è parlato di questo venerdì sera, durante il convegno organizzato dall’Aou di Sassari nell’aula magna del centro biologico di viale San Pietro e dal titolo “Risultati e aspettative della robotica in chirurgia generale, ortopedia ed urologia”.
Un’occasione quella della chirurgia robotica che Sassari non può lasciarsi sfuggire. Ma se è vero da una parte che la tecnologia robotica in sanità assume ai giorni nostri un ruolo sempre più rilevante, in particolare all’interno di un’azienda ospedaliero universitaria dove la ricerca, la didattica e la formazione rappresentano una mission assieme all’assistenza. Dall’altra la sua presenza deve essere accompagnata da una politica di ammodernamento dell’intero parco apparecchiature e strutturale. Su questo concetto si è soffermato in modo particolare il direttore generale dell’Aou Nicolò Orrù.
«Per esercitare davvero il ruolo di hub – ha detto – dobbiamo essere adeguatamente finanziati, in termini di strutture, personale e tecnologie.»
Il manager ha ricordato che nel 2007-2016 l’Azienda ha avuto finanziamenti inadeguati alla necessità di ammodernamento tecnologico e che una buona parte delle tecnologie esistenti necessitano di essere aggiornate o sostituite. L’Aou ha ancora necessità di 35 milioni per grandi e piccole apparecchiature, tra le quali due nuovi acceleratori lineari per la radioterapia, poi per tecnologie per l’alta intensità di cura, l’endoscopia digestiva quindi completare la rianimazione, ammodernare il blocco operatorio.
«Dobbiamo individuare le priorità – ha detto ancora Nicolò Orrù – perché le cose più urgenti possano trovare un finanziamento. Il nostro è un ospedale dell’emergenza urgenza che deve dare adeguata assistenza su un territorio che è quello di metà Sardegna.»
E se al momento la legge del 6 dicembre scorso stanzia per l’Aou 5,2 milioni di euro per l’acquisizione di due robot per gli interventi chirurgici ortopedici, urologici, ginecologici, otorino e di chirurgia generale, sarà importante capire con quali modalità i robot potranno arrivare all’Aou di Sassari. Il direttore del dipartimento chirurgico Alberto Porcu ha sottolineato, da subito, la necessità di ultimare prima i lavori per la terapia intensiva, ammodernare e completare le sale operatorie, implementare il numero degli anestesisti e degli infermieri di sala. Elementi questi in grado di contribuire immediatamente alla riduzione delle liste d’attesa chirurgiche.
«È per noi importante dare risposte ai bisogni di salute della popolazione – ha detto il presidente della sesta commissione regionale Domenico Gallus, presente al convegno con un’ampia componente dello stesso organismo da lui presieduto – e l’acquisizione della chirurgia robotica è un passo che va fatto perché potrà dare risposte importanti. È un segno di civiltà e di servizio verso i nostri malati.»
Il consigliere e il presidente del Consiglio regionale Michele Pais hanno quindi lasciato aperta la possibilità di rivedere le modalità di utilizzo dei fondi a disposizione, con un occhio di riguardo prima alle priorità segnalate dall’Aou.
Sull’importanza della tecnologia si è soffermato il preside della Facoltà di Medicina Andrea Montella che ha ricordato come l’università sia «aperta alle innovazioni. Le tecnologie sono importanti e possono essere utili anche nelle nostre scuole per la formazione degli specializzandi».
Durante l’incontro, moderato da Carlo Doria, Massimo Madonia ed Andrea Manunta e durante il quale sono intervenuti anche il direttore dell’Assl Sassari Marcello Mocci e Nicola Petruzzi del Policlinico sassarese, è stato ribadito che la chirurgia robotica è un importante ausilio nel trattamento di alcune patologie nell’ambito della chirurgia generale, urologica ed ortopedica. Al tavolo dei relatori si sono succeduti esperti sardi e della penisola (Migliavacca, Nardacchione, Fabio Catani, Franco Badessi, De Nisco, Turri, Mohammed Ayyoub, Francesco Bussu, Franco Cudoni) che hanno portato le loro esperienze.