«Chiudere le scuole non è la soluzione migliore, ma è di certo la più semplice, soprattutto per coprire inefficienze di altro genere della Giunta regionale sardoleghista nel suo complesso e dell’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, in particolare. Vorrebbe chiudere le scuole, l’assessore Nieddu, con la stessa disinvoltura con cui hanno tenuto aperte le discoteche a ferragosto. Non possiamo consentirlo.»
Inizia così una dura nota della consigliera comunale di Per Alghero, Gabriella Esposito, che rimarca: «Tutti in qualche modo viviamo la scuola, nella quotidianità, sulla nostra pelle. Io da mamma e da rappresentante di classe e d’istituto. Da consigliera comunale e da ex assessora alla pubblica istruzione. La prima domanda che mi pongo di fronte alla ventilata chiusura delle scuole è se sia stata davvero identificata una relazione di causa-effetto tra la riapertura delle scuole e l’aumento dei contagi».
«Mi piacerebbe – prosegue Gabriella Esposito – infatti, che le scelte politiche, soprattutto quelle che riguardano i nostri figli, siamo sempre supportate da evidenze scientifiche e non siano frutto di opinioni, interessi politici, convenienze, baratti, o tanto meno frutto di pressioni economiche, come abbiamo visto per l’apertura delle discoteche. Lo sappiamo, ogni misura di contenimento comporta costi economici e sociali non indifferenti. È evidente che la cessazione delle attività scolastiche avrebbe costi futuri notevoli, che non possiamo ignorare: sono i costi culturali, sociali, relazionali, generazionali e intergenerazionali.»
«Una crisi apparentemente meno tangibile nell’immediato di quella economica, ma non meno grave – conclude Gabriella Esposito -. E allora perché chiudere le scuole? Chiudere le scuole senza un supporto scientifico sui risultati nel contenimento dell’epidemia, comporta solo effetti negativi nel breve e nel lungo termine. E non salverebbe la coscienza dell’assessore Mario Nieddu, il quale non può addossare sul sistema scolastico le inefficienze di quello sanitario da lui gestito, con la mancata tracciabilità dei possibili contagiati, la lentezza dell’esecuzione dei test al personale scolastico e la mancanza di test rapidi. La scuola non si tocca.»
Antonio Caria