«Preoccupa il calo del reddito delle famiglie italiane rilevato dall’Ocse, pari al -7,2%, il dato peggiore all’interno del G7, come pure il monito lanciato dalla BCE relativo all’effetto moltiplicatore che l’ondata dei fallimenti potrebbe provocare. In tal senso il Censis ha quantificato in 460 mila le imprese a rischio in Italia, una situazione drammatica che non può essere affrontata soltanto con misure a carattere meramente assistenziale. Non illudano i dati di Anpal, secondo cui circa un quarto dei percettori del reddito di cittadinanza ha trovato uno sbocco occupazionale. Si tratta prevalentemente di un effetto dovuto all’incremento dei lavori stagionali verificatosi nel periodo estivo, ma non si ha alcuna evidenza del fatto che tali posti di lavoro siano stati creati dai navigator, i cui uffici sono chiusi dalla prima ondata del virus.»
Lo scrive, in una nota, Paolo Capone, segretario generale UGL.
«Ad oggi il software che avrebbe dovuto favorire il ‘match’ tra domanda ed offerta di lavoro non risulta sia mai stato attivato, mentre appare evidente la paralisi all’interno di Anpal a causa delle divergenze riguardanti il profilo gestionale. E’ prioritaria, dunque, una riforma del welfare che intervenga sulla formazione mediante servizi di orientamento efficaci, diretti a facilitare l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro – conclude Paolo Capone -. Auspico che nella prossima legge di Bilancio, siano stanziate le risorse disponibili a sostegno di un Piano per il lavoro che preveda investimenti massicci in politiche attive, sgravi fiscali, incentivi alle assunzioni e un potenziamento della rete infrastrutturale, accompagnata dalla modifica del codice degli appalti, essenziale per sbloccare i cantieri.»