«I dati impressionanti forniti dall’Istat sul commercio fotografano la fase drammatica che sta attraversando il Paese. Nei primi nove mesi dell’anno l’indice relativo alle vendite di beni non alimentari ha fatto registrare perdite complessive del 13,5%. Parliamo di un calo del fatturato che secondo la Federazione dei pubblici esercizi (Fipe) mette in serio pericolo la sopravvivenza di 60mila imprese del settore, con 300mila posti di lavoro a rischio.»
Lo scrive, in una nota, Paolo Capone, segretario generale UGL.
«Appare chiaro che i fondi stanziati finora sono insufficienti a fronte delle mancate entrate e dei costi che le aziende non riescono più a sostenere. Occorre un piano straordinario che dia ossigeno al tessuto produttivo danneggiato dalle restrizioni imposte per contrastare la pandemia. In tal senso auspico che il Governo mostri maggiore coraggio e concentri le risorse disponibili a supporto di un’operazione di maxi-liquidità e di investimenti senza precedenti ad alto effetto moltiplicatore del Pil. Se non si interviene in modo deciso in questa fase, le condizioni economiche precarie di famiglie e lavoratori si aggraveranno ulteriormente, con il concreto rischio di un nuovo crollo dei consumi e quindi della produttività e competitività del Paese», conclude Paolo Capone.