«Terminata a tempo di record la fase di ricerca e raccolta dati, il corposo dossier sulla discarica di Spiritu Santu è stato portato all’attenzione del ministero dell’Ambiente.»
A darne notizia è il consigliere regionale del M5S Roberto Li Gioi, che lo scorso 29 ottobre ha avviato le interlocuzioni con la Segreteria Tecnica del Ministro Costa portando così avanti il suo impegno per la bonifica dell’area sulla quale dal 1991 insiste la discarica.
«I miei appelli alla Regione affinché si prendesse finalmente atto dello stato di inquinamento prodotto negli anni dalla discarica individuando un sito alternativo e procedendo alle bonifiche sono rimasti inascoltati. Ma oggi – spiega l’esponente pentastellato – possiamo confidare nell’impegno del Ministero che, attraverso i funzionari preposti, ha dimostrato grandissima disponibilità chiedendo di poter acquisire tutta la documentazione riguardante la discarica. Il fascicolo inviato oggi contiene infatti tutti i dati, gli atti e le autorizzazioni che hanno caratterizzato la storia di Spiritu Santu. Inoltre, a corredo dei dati tecnici abbiamo trasmetto tutti i più importanti articoli di stampa in cui cittadini ed esponenti politici del territorio hanno denunciato un persistente pericolo per la salute pubblica.»
La storia della discarica è nota. Da decenni i terribili miasmi preoccupano gli ambientalisti e soprattutto i residenti di Murta Maria e Porto San Paolo, costretti a vivere in un territorio in cui l’inquinamento è stato certificato anche di recente.
«Con questo ulteriore passo in avanti ci auguriamo che si faccia finalmente chiarezza sullo stato di inquinamento della zona. I dati ufficiali emersi, hanno certificato il superamento delle concentrazioni della soglia di contaminazione su 24 dei 29 pozzi piezometrici controllati – conclude Roberto Li Gioi -. Dati che inspiegabilmente non sono stati tenuti in considerazione della Regione Sardegna, che, incurante del pericolo, ha tirato dritto consentendo al Cipnes di continuare a operare in tali condizioni e di mettere a repentaglio la salute dei galluresi.»