«Due sale di emodinamica nuove, all’avanguardia, e pronte all’uso, ma incredibilmente ancora chiuse. Sbarrate. Inutilizzate. Il motivo? Da mesi si attende un accreditamento della Regione che stenta ad arrivare. È questa l’imbarazzante quanto triste vicenda delle nuove sale di emodinamica per la Cardiologia dell’Aou di Sassari. Due sale costate oltre 800mila euro e realizzate appena un anno fa nell’ambito di una gara d’appalto aggiudicata da un raggruppamento temporaneo di imprese per un prezzo complessivo di 16 milioni di euro. Sale nuovissime quindi, tuttora inutilizzate a causa di vergognose lungaggini burocratiche.»
Sono queste le parole pronunciate dalla consigliera regionale del Movimento Cinque Stelle, Desirè Manca, che ha presentato un’interrogazione all’assessore regionale alla Sanità, Mario Nieddu.
«L’ostacolo all’apertura – spiega Desirè Manca – è dovuto al fatto che l’accreditamento di queste sale deve necessariamente comprendere l’intero reparto, ma ancora non si è provveduto a superarlo autorizzando preliminarmente l’apertura delle sale nuove (in modo da evitare il blocco degli interventi cardiologici), per consentire allo stesso tempo l’adeguamento dei vecchi locali attualmente in uso.»
«Non solo – aggiunge Desirè Manca –: al Santissima Annunziata lo stesso destino è riservato alle sale operatorie, anche queste nuove, quasi pronte all’uso, ma incredibilmente chiuse da anni a causa di un contenzioso con la ditta appaltatrice. E mentre i reparti nuovi e all’avanguardia attendono i tempi biblici della burocrazia, gli operatori sanitari sono costretti ad operare in sale operatorie inadeguate e in numero insufficiente, se consideriamo che sono soltanto tre per tutti i reparti. Di cui una all’occorrenza viene utilizzata per gli interventi su pazienti covid, per poi essere riutilizzata qualche ora dopo per operazioni di carattere ordinario.»
«Il copione è quello già visto – conclude Desirè Manca – ditte vincitrici di gare d’appalto che non portano a termine i lavori, contenziosi legali che li congelano per anni, e reparti quasi terminati che invecchiano senza aver mai potuto ospitare un paziente. Siamo sempre in presenza di qualche cavillo burocratico che impedisce alla nostra sanità di offrire un servizio degno di questo nome. O forse è semplicemente colpa di scelte politiche errate e dell’incapacità della classe politica di dettare linee guida precise a chi amministra? Realizzato a fine anni Cinquanta, il SS. Annunziata è un ospedale ormai datato, strutturalmente inadeguato ad affrontare questa gravissima emergenza sanitaria. Se alle carenze strutturali sommiamo poi l’escalation di scelte politiche sbagliate e la miriade di cavilli burocratici l’orlo del baratro si avvicina. Eppure, anche in queste condizioni estreme, gli operatori sanitari, con grandissimo spirito di sacrificio, continuano a portare avanti il proprio lavoro. Adattandosi alle sale operatorie vecchie e talvolta persino non a norma. Tutto questo mentre a pochi metri di distanza si possono osservare le sale nuove, intonse, chiuse. Chiuse. Nell’ospedale delle eterne incompiute.»
Antonio Caria