Nel ricordo di Eugenio Maddalon sono stati premiati due neolaureati in agraria dell’università di Sassari, Matteo Bianco di Valledoria e Roberta Cresci di Sassari.
La passione per la terra al servizio della comunità sarda. Il titolo dell’intervento di Francesco Nuvoli, già docente universitario di estimo rurale, racchiude bene l’impegno di una vita per il miglioramento del settore contadino e dell’intera società di Eugenio Maddalon. Un grande protagonista nel mondo dell’agricoltura isolana, ricordato nell’aula magna del Dipartimento di agraria dell’università di Sassari con la cerimonia del premio per neolaureati che porta il suo nome. Sindacalista e politico, Maddalon è stato precursore dei tempi con la sua visione di sviluppo economico basata su produzioni di qualità e rispetto dell’ambiente. Progetto indissolubilmente legato a quello dell’importanza dell’istruzione come motore di sviluppo anche nel campo dei lavoratori della terra.
«Affermava che l’agricoltura ha bisogno di conoscenze, di un continuo aggiornamento» sottolinea la figlia Grazia, parole che spiegano bene anche il senso di questo riconoscimento voluto dalla famiglia per onorare la sua memoria offrendo ai giovani l’opportunità di studiare nuovi scenari per il settore primario dell’economia. A ricevere il Premio di studio “Eugenio Maddalon – Una vita per l’agricoltura”, rivolto a neolaureati magistrali del Dipartimento di agraria, sono stati Matteo Bianco, di Valledoria, per una tesi che affronta il tema della gestione sostenibile dell’irrigazione del carciofo, e Roberta Cresci, di Sassari, per il suo lavoro che si concentra sugli effetti dell’alga spirulina nell’alimentazione dei vitelli di razza frisona. Due elaborati scelti dalla commissione tra quelli che hanno partecipato al concorso riservato a tesi che dimostrino di saper realizzare un progetto sulla cooperazione in ambito agricolo e agro-industriale, sul ruolo del lavoro, del fattore imprenditoriale e della formazione nello sviluppo agricolo, sulla produzione e valorizzazione dell’agricoltura di qualità o sulla conoscenza, tecnologia e innovazione per un’agricoltura sostenibile.
Nel corso dell’appuntamento, coordinato dal direttore del Dipartimento Pier Paolo Roggero, Eugenio Maddalon è stato ricordato in particolare attraverso gli interventi del già citato Francesco Nuvoli e del docente universitario Roberto Furesi, in vece dell’ex direttore del Dipartimento Antonio Pazzona. Un ritratto della figura del grande sindacalista e politico, protagonista delle lotte contadine nella Nurra dell’immediato Dopoguerra, segretario della Federmezzadri e della Federterra, presidente della Confederazione italiana agricoltori, consigliere regionale del Partito comunista. Al suo fianco la moglie Paola Ruiu scomparsa quest’estate e ricordata con commozione dai presenti che l’hanno conosciuta. Una figura quella di Eugenio Maddalon, mancato quattro anni fa, sempre attuale. Le sue idee e la sua esperienza un’eredità morale, intellettuale, professionale da trasmettere ai giovani come punto di riferimento per chi guarda al futuro dell’agricoltura.