«Non riusciamo proprio a digerire il programma di reclutamento che il Governo ha messo in atto per ingaggiare medici e infermieri che entro la metà di gennaio dovranno, si spera, ma i dubbi in merito sono tantissimi, avviare una campagna di vaccinazione massiva per debellare il male che ci affligge, il nemico contro cui vincere la battaglia più difficile, il Covid-19. Non possiamo essere d’accordo con un piano strategico che riteniamo fallace che non ha né capo e né coda. Non tolleriamo, alla luce di un sistema sanitario dove da anni, il personale, vive la realtà amara dei tagli e dell’austerity, che oggi siano sprecati fiumi di denaro pubblico per pagare agenzie esterne che svolgano la ricerca di professionisti sul mercato e li assumano esse stesse direttamente, evitando quindi il coinvolgimento diretto di un Governo che nel momento più difficile, quando c’è da investire sulle proprie risorse, ovvero uomini e donne che hanno dimostrato di essere all’altezza della battaglia in corso, se ne lava letteralmente le mani delegando ad altri le responsabilità.»
Così Antonio De Palma, presidente Nazionale del Nursing Up, commenta inviperito i contenuti del bando, voluto da Arcuri, che dovrebbe permettere entro la metà di gennaio del 2021 di trovare sul mercato ben 12mila infermieri da utilizzare per vaccinare gradualmente ma in modo continuativo tutta la popolazione italiana.
«Ci chiediamo apertamente dove il Commissario Arcuri pensa di trovare altri 12mila infermieri fuori dal mercato della sanità pubblica, liberi e disponibili da subito ad accettare condizioni di contratti di 9 mesi, che altro non fanno che aprire di nuovo la strada al precariato. Perché, nessuno ha pensato a coinvolgere gli oltre 30mila infermieri, su poco più di 250mila circa dipendenti di ospedali ed ASL, che operano già sul territorio e negli ambulatori, oppure gli altri 230/250mila circa tra liberi professionisti e dipendenti privati?
Insomma, perché cercare uomini e donne che di fatto non ci sono, che il mercato non oggi possiede, quando buona parte di loro li abbiamo già in casa nostra? Personale che sarebbe ben felice di integrare il proprio stipendio mettendo in gioco la propria professionalità e le proprie straordinarie conoscenze, cioè quelle di chi già da anni vive l’esperienza del rapporto con il cittadino e la gestione delle situazioni difficili – conclude Antonio De Palma -. Alla fine, qui parliamo di chi lavora già sul campo ogni giorno e che avrebbe quindi tempo ed esperienza, prima e dopo i suoi turni abituali, per svolgere con il massimo della qualità richiesta un servizio, quello delle vaccinazioni, dove non ci si può permettere il minimo errore, e dove è in gioco, ancora una volta, la vita degli italiani.»