Gli avvenimenti che stanno caratterizzando questo difficile periodo di emergenza sanitaria stanno generando forte preoccupazione nel tessuto imprenditoriale di tutta la nazione. I necessari blocchi delle attività imposti dal Governo Italiano, tendenti a contrastare la diffusione del Covid-19, hanno interessato quasi tutti i settori merceologici e anche i commercianti su area pubblica, con il DPCM dell’11/03/2020, sono stati travolti dagli eventi, avendo, il dettato normativo, bloccato tutti i mercati.
«Già nei giorni scorsi erano molti i sindaci che hanno pubblicato ordinanze per non far svolgere i mercati su area pubblica. Ora è arrivato il blocco da parte del Governo che impone tale situazione fino al 25 marzo – commenta amaro Marco Medda, presidente dell’ANVA Provinciale e della Confesercenti Provinciale di Cagliari -. Ognuno di noi deve necessariamente fare la propria parte e tutti siamo pronti al sacrificio, ma chiediamo alla Regione Sardegna che non si dimentichi di un comparto che riguarda oltre 7.000 imprese e che genera oltre 10.000 posti di lavoro tra gli imprenditori e i loro collaboratori. Ci piacerebbe che fossero previsti in Finanziaria stanziamenti straordinari per aiutare queste micro imprese a restare sul mercato, rendendole competitive, al fine di evitare un disastro che questa situazione emergenziale sta evidenziando all’orizzonte.»
«Alla Regione chiediamo che il comparto del commercio su area pubblica venga trattato con la stessa attenzione di altri settori, come per esempio l’artigianato – aggiunge Marco Medda – con uno stanziamento di 7 milioni di euro si permetterebbe a tutto il comparto di riprendersi dopo il fermo forzato da parte del Governo, dando la possibilità agli imprenditori di non mollare e di tenere in piedi le loro attività. Dietro a ogni partita IVA del settore ambulante campa una famiglia: tutti sono pronti a sacrificarsi, ma vogliamo che la Regione Sardegna ci riconosca quella dignità di settore produttivo che invece sino a oggi nessun governo regionale ci ha mai riconosciuto – conclude Marco Medda -; in un momento straordinario abbiamo bisogno di misure straordinarie.»