Inserire gli psicologi tra i professionisti sanitari da sottoporre a vaccinazione nell’ambito del programma vaccinale attivato dalla Regione Sardegna: è questa la richiesta inviata all’Aassessore regionale della Sanità Mario Nieddu e al presidente della Commissione VI – Salute e Politiche sociali del Consiglio Regionale della Sardegna, Domenico Gallus, da Angela Quaquero, presidente dell’Ordine degli Psicologi della Sardegna e da Alessandra Medda, segretaria regionale dell’AUPI Sardegna, Associazione Unitaria Psicologi Italiani.
«La professione psicologica rientra, infatti, a pieno titolo tra le professioni sanitarie – ha detto Angela Quaquero – e questo anche se il supporto alla popolazione avviene in gran parte al di fuori del SSN, vista la carenza di personale psicologico in quel contesto. Buona parte degli psicologi, inoltre, sono anche psicoterapeuti e rientrano quindi in una categoria che ricomprende anche i medici e che andrebbe considerata nella sua globalità.»
Tutta la drammatica vicenda dell’esplodere della pandemia e della “prima ondata” ha visto le psicologhe e gli psicologi della Sardegna svolgere un ruolo fondamentale nel mettersi immediatamente a disposizione della Protezione Civile Regionale e delle Istituzioni, volontariamente e gratuitamente, per aiutare la popolazione in una fase difficilissima, sotto tutti i profili. Come pure l’Ordine degli Psicologi della Sardegna è stato fra i primi soggetti in Sardegna e fra i primi in Italia, ad attivare ben due linee telefoniche dirette di assistenza psicologica gratuita, che hanno funzionato tutti i giorni della settimana, festività pasquali comprese, dal 2 marzo al 31 maggio, svolgendo un ruolo prezioso e indispensabile di sostegno alla popolazione.
«Oggi – ha aggiunto Angela Quaquero – siamo di fronte ad un altro, fondamentale impegno quale la campagna vaccinale, che rappresenta per la nostra Regione e il nostro Paese un’occasione di speranza in una situazione che, oltre ai problemi strettamente sanitari, ha determinato molti e pesanti risvolti di carattere psicologico e sociale, che dobbiamo affrontare nelle migliori condizioni possibili”. La professione psicologica è pronta a fare la propria parte con iniziative specifiche: In questo senso, infatti, si può parlare di “psicopandemia” per evidenziare i livelli senza precedenti di disagio psicologico e di disturbi che questa situazione ha evidenziato e che, purtroppo, avranno uno strascico al di là della fine dell’emergenza, come tutte le pregresse situazioni assimilabili ci hanno mostrato.»