È iniziata a Sos Enattos, in territorio di Lula, l’installazione della prima rete di sensori sismici su larga scala per una campagna estensiva di misure geofisiche
Alla collaborazione scientifica l’Einstein Telescope partecipano l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare l’Istituto Italiano di Geofisica e Vulcanologia, l’Istituto Nazionale di Astrofisica e le Università di Cagliari e Sassari.
Sono stati posizionati 15 stazioni sismometriche che serviranno per misurare le vibrazioni del terreno che costituiscono il rumore sismico di fondo. Utilizzando tecniche mutuate dall’analisi dei segnali radar, i dati registrati da queste stazioni permetteranno di identificare le principali sorgenti di rumore sismico, sia naturali che artificiali, e di seguirne l’evoluzione temporale. L’operazione che durerà due settimane, è curata anche dai ricercatori della sezione di Cagliari dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, dell’Università di Cagliari, di Sassari e della Sapienza Università di Roma, con il supporto dell’Igea.
Sono previsti anche dei sopralluoghi necessari all’esecuzione di una tomografia sismica, una immagine del sottosuolo ricavata dalla registrazione delle onde sismiche generate artificialmente da una massa vibrante azionata da un apposito veicolo pesante. I dati verranno anche usati per lo studio del rumore Newtoniano del sito in cui è coinvolto anche un gruppo di ricerca del Dipartimento di Fisica dell’Università di Cagliari, coordinato dal professor Mariano Cadoni. L’obiettivo è quello quantificare ulteriormente l’eccezionale ‘silenzio’ sismico dell’area e ricostruire la geologia del sottosuolo.
Alla collaborazione scientifica l’Einstein Telescope partecipano l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare l’Istituto Italiano di Geofisica e Vulcanologia, l’Istituto Nazionale di Astrofisica e le Università di Cagliari e Sassari.
Sono stati posizionati 15 stazioni sismometriche che serviranno per misurare le vibrazioni del terreno che costituiscono il rumore sismico di fondo. Utilizzando tecniche mutuate dall’analisi dei segnali radar, i dati registrati da queste stazioni permetteranno di identificare le principali sorgenti di rumore sismico, sia naturali che artificiali, e di seguirne l’evoluzione temporale. L’operazione che durerà due settimane, è curata anche dai ricercatori della sezione di Cagliari dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, dell’Università di Cagliari, di Sassari e della Sapienza Università di Roma, con il supporto dell’Igea.
Sono previsti anche dei sopralluoghi necessari all’esecuzione di una tomografia sismica, una immagine del sottosuolo ricavata dalla registrazione delle onde sismiche generate artificialmente da una massa vibrante azionata da un apposito veicolo pesante. I dati verranno anche usati per lo studio del rumore Newtoniano del sito in cui è coinvolto anche un gruppo di ricerca del Dipartimento di Fisica dell’Università di Cagliari, coordinato dal professor Mariano Cadoni. L’obiettivo è quello quantificare ulteriormente l’eccezionale ‘silenzio’ sismico dell’area e ricostruire la geologia del sottosuolo.
Antonio Caria