Dopo numerose sollecitazioni cadute nel vuoto la Cna Artistico e Tradizionale chiede ancora una volta alla Regione Sardegna di passare dalle promesse ai fatti e predisporre con urgenza un bonus a favore degli artigiani che nel 2020 hanno subito una significativa diminuzione del fatturato rispetto al 2019. Più volte e con diversi mezzi, nei mesi scorsi, la CNA ha richiamato l’attenzione delle istituzioni regionali, dell’assessore all’Artigianato, Turismo e Commercio Gianni Chessa per primo, chiedendo che vengano predisposti mezzi di sostegno per le oltre 400 aziende e i seicento addetti del settore, in balia di una crisi senza precedenti dovuta alle restrizioni legate al Coronavirus e a una stagione turistica nefasta.
«L’annullamento di iniziative pubbliche, cerimonie, sagre, eventi privati ha generato danni enormi in termini di fatturato e di utili. A questo si aggiunge la cancellazione di manifestazioni fieristiche. Non solo gli artigiani hanno alle spalle, commercialmente parlando, il peggior anno degli ultimi decenni, ma vivono nell’incertezza per quanto accadrà nel 2021, considerato che continuano ad essere procrastinati gli eventi fieristici e le manifestazioni, sono confermate le ristrettezze su tutti i livelli e la domanda è precipitata – denuncia il presidente regionale della Cna Artistico e Tradizionale Peppino Mele, evidenziando come nemmeno le recenti festività natalizie abbiano dato il respiro sperato -. In parte per le limitazioni imposte dal Governo, in parte per la paura diffusa del contagio, la tendenza è stata quella di acquistare online oggettistica di produzione extraregionale o estera, al posto degli oggetti di artigianato venduti nelle botteghe in cui vengono prodotti. Anche il Natale, come la stagione estiva, si è rivelato tra i più funesti degli ultimi anni.»
«Molti settori vivono un momento drammatico, ma nel nostro caso la chiusura di una bottega artigiana non è solo un fallimento per la collettività tutta, è anche un pezzo di storia, di cultura e di identità della regione che sparisce: un danno che non ci possiamo permettere – aggiunge Maria Antonietta Dessi, responsabile CNA Artistico e Tradizionale Sardegna -. Ceramiche, tappeti, arazzi, gioielli, coltelli, manufatti in legno, metallo, vetro, tutti espressione della tradizione isolana, rischiano di scomparire a seguito della chiusura di decine di imprese del settore. Non si tratterebbe solo di un enorme danno economico – visto che ad ogni artigiano è legato un indotto significativo – ma anche di un errore irreparabile in termini di identità, storia e cultura isolana.»